Siria, autobombe a Damasco: 53 morti, oltre 200 feriti

Damasco (Siria), 21 feb. (LaPresse/AP) – Raffica di esplosioni a Damasco. Un’autobomba è esplosa a un posto di blocco tra la sede principale del partito Baath, al quale appartiene il presidente Bashar Assad, e l’ambasciata russa. Stando all’ultimo bilancio, fornito dall’agenzia di stampa di Stato Sana, i morti sarebbero 53 e i feriti oltre 200. Diverso il bilancio fornito dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo il quale i morti sarebbero 42, la maggior parte dei quali civili. La tv ha parlato di “attacco terroristico” compiuto da un attentatore suicida. Questa prima esplosione è avvenuta nel quartiere centrale di Mazraa e si è sollevata una nube di fumo nero visibile da gran parte della città. Poco dopo altre due autobombe sono saltate in aria in un’altra zona, nel quartiere nordorientale di Barzeh, e a seguito delle esplosioni sono scoppiati scontri fra ribelli e forze di sicurezza. Sempre oggi colpi di mortaio sono esplosi vicino al comando dell’esercito siriano a Damasco, ma in questo attacco non ci sono vittime.

L’agenzia stampa di Stato Sana ha pubblicato le foto di due cadaveri nelle strade vicine al luogo dell’esplosione, mentre la tv filo-governativa Al-Ikhbariya ha mostrato le immagini di quattro morti e auto in fiamme. I filmati trasmessi mostrano anche i vigili del fuoco che tentano di spegnere le fiamme sulle macchine e alcuni corpi sul prato di un parco pubblico. “È stata un’esplosione fortissima, tutta la merce del mio negozio si è ribaltata”, ha detto un residente rimasto anonimo per il timore di rappresaglie. Tre dei suoi dipendenti sono stati feriti dalle schegge di vetro, le stesse che hanno causato la morte di una ragazza che stava camminando all’esterno. “L’ho portata dentro il negozio ma era già quasi morta. Non abbiamo potuto salvarla, era ferita all’addome e alla testa”, ha detto il commerciante.

L’esplosione di oggi nella capitale ha fatto seguito a due attacchi a colpi di mortaio avvenuti negli ultimi due giorni a Damasco: ieri due colpi di mortaio sono caduti dentro uno stadio di calcio a Damasco, uccidendo un giocatore; martedì altri due colpi di mortaio avevano raggiunto una delle tre residenze di Assad a Damasco, provocando solo danni ma nessuna vittima.

Finora la capitale è rimasta per lo più immune ai combattimenti su larga scala che hanno distrutto molte città in Siria, ma negli scorsi mesi ci sono stati numerosi attacchi contro i palazzi del governo. Questo è però il peggiore attentato contro un obiettivo governativo dall’inizio delle rivolte. A maggio 2012 due autobomba sono esplose fuori da un edificio dell’intelligence militare, uccidendo 55 persone. Lo scorso luglio, inoltre, i ribelli hanno fatto detonare un ordigno nel corso di un incontro di alto livello a Damasco uccidendo quattro alti ufficiali siriani, fra cui il cognato del presidente Bashar Assad e il ministro della Difesa. Secondo le stime delle Nazioni unite, dall’inizio della rivolta a marzo 2011 nel conflitto sono morte circa 70mila persone.