Pretoria (Sudafrica), 20 feb. (LaPresse/AP) – E’ stata nuovamente aggiornata l’udienza che deve decidere della scarcerazione su cauzione di Oscar Pistorius. Riprenderà domani per il terzo giorno consecutivo al tribunale di Pretoria alle 11 locali, le 10 italiane. L’atleta paralimpico è accusato dell’omicidio premeditato della fidanzata Reeva Steenkamp, che ha ucciso a colpi d’arma da fuoco nella sua casa di Pretoria nella notte del 14 febbraio. L’atleta paralimpico ieri ha affidato a una dichiarazione letta dal difensore la propria versione dei fatti, ovvero che la morte della modella sia stata accidentale, avendole lui sparato scambiandola per un intruso. Il presidente della corte ieri ha detto che la difesa dovrà offrire ragioni “eccezionali” per ottenere la liberazione su cauzione.
DETECTIVE: NO A CAUZIONE, POTREBBE FUGGIRE. Il detective Hilton Botha ha dichiarato nella sua testimonianza all’inizio dell’udienza di oggi di ritenere che il 29enne non debba essere scarcerato su cauzione, come chiesto, perché potrebbe fuggire. Nella stanza da letto, ha detto, sono state trovate munizioni per una pistola calibro 38. Il possesso da parte di Pistorius è illegale perché non ha licenza per quel tipo di arma. Ha aggiunto che tutto ciò che il campione paralimpico ha detto dopo aver sparato alla 29enne, la notte del 14 febbraio, è stato “che pensava fosse un ladro”.
NELLA STANZA TESTOSTERONE, DIFESA: FITOTERAPICI. Il detective ha detto che nella camera da letto sono state trovate due scatole di testosterone e aghi, scoperta che potrebbe avvalorare l’ipotesi che il campione paralimpico abbia fatto uso di sostanze dopanti. L’avvocato difensore, Barry Roux, ha smentito: “Non si tratta di steroidi e non si tratta di sostanze proibite” ma di “fitoterapici”. Ha anche accusato la polizia di “prendere ogni prova e tentare di estrarne la peggior connotazione possibile, presentandola alla Corte”. Secondo un portavoce del Comitato paralimpico internazionale, Pistorius è stato sottoposto a test antidoping il 25 agosto e l’8 settembre dello scorso anno ed entrambi i risultati sono stati negativi.
TESTIMONE SENTI’ URLA PRIMA DI SPARI. Un testimone può dichiarare di avere sentito “conversazioni continue, come urlate” tra le 2 e le 3 di notte, prima che Pistorius sparasse alla fidanzata. Lo ha detto il procuratore Gerrie Nel. Nel controinterrogatorio, il detective Botha ha affermato che il testimone avrebbe sentito la lite mentre si trovava a 600 metri di distanza dalla casa dell’atleta. La procura tenta di rafforzare la versione secondo cui la coppia avrebbe avuto una lite, la modella si sarebbe chiusa in bagno e Pistorius le avrebbe sparato dopo aver indossato le protesi alle gambe.
POLIZIA: PROVE NON SMENTISCONO VERSIONE PISTORIUS. Botha ha anche detto che la polizia non ha trovato elementi che contraddicano la versione di Pistorius sul modo in cui è morta Reeva Steenkamp. Lo ha dichiarato rispondendo a una domanda postagli durante l’udienza.
POLIZIA: NESSUNA FERITA DA DIFESA SUL CORPO DI REEVA. Il corpo di Reeva “non mostrava alcun segno di ferite di difesa”, ha dichiarato Botha, rispondendo a una domanda del legale Barry Roux. La modella è stata colpita da spari sopra l’orecchio destro, al gomito destro e all’anca, dove entrambe le articolazioni sono state rotte dall’impatto. Gli spari, ha proseguito Botha, sono stati esplosi da 1,5 metri di distanza e dall’alto verso il basso. La polizia ha trovato tre bossoli nel bagno e una nel corridoio che lo collega alla camera da letto.
PM: IMPOSSIBILE NON SAPESSE CHE REEVA NON ERA A LETTO. La fondina della pistola 9 millimetri con cui Pistorius ha sparato è stata trovata di fianco al lato del letto in cui dormiva la modella. La dichiarazione di Botha ha fatto affermare all’accusa che sia impossibile l’atleta non si sia accorto che la donna non era a letto. Pistorius ha infatti dichiarato di aver sparato credendo lei fosse coricata, mentre stanza era buio pesto. Il pm ha proiettato una immagine della stanza da letto e del bagno, affermando che questi ha dovuto camminare a fianco del letto per arrivare al bagno, quindi non avrebbe potuto non accorgersi che Reeva non era lì. “Non c’è altra via per arrivare”, ha detto il pm.
LE TELEFONATE PER CHIEDERE SOCCORSI. Due iPhone e due BlackBerry sono stati trovati rispettivamente in camera da letto e nel bagno, ma nessuno è stato usato per chiedere aiuto, ha dichiarato Botha. E’ stato contraddetto dall’avvocato difensore. Pistorius ha dichiarato che dopo aver sparato alla donna ha chiamato il gestore del complesso residenziale in cui vive e un servizio medico di emergenza privato. Il legale lo ha ribadito, dicendo che il 26enne ha chiamato anche le guardie del complesso residenziale. In un caso, ha detto, la guardia lo ha sentito Pistorius: “Era parte del piano premeditato anche non chiudere la telefonata e piangere?”, ha chiesto sarcasticamente.