Pretoria (Sudafrica), 19 feb. (LaPresse/AP) – Ho sparato a Reeva per errore credendo fosse un ladro e quando ho capito “mi sono riempito di orrore e di paura”. Sono le parole con cui Oscar Pistorius ha raccontato, durante l’udienza di oggi a Pretoria, la notte del 14 febbraio, quando nella sua casa della capitale sudafricana ha ucciso a colpi d’arma da fuoco la fidanzata Reeva Steenkamp. La procura lo ha accusato di omicidio premeditato, mentre la difesa ha parlato di un incidente. L’udienza è stata aggiornata a domani mattina, ma il presidente del tribunale ha accolto la versione dell’accusa e detto che data la gravità del fatto dovrà considerare la richiesta di rilascio con la massima severità, come previsto dalla legge. Dunque la possibilità che l’atleta sia liberato dietro pagamento di una cauzione si fa più improbabile.
Affidando le sue parole a una dichiarazione letta dall’avvocato difensore Barry Roux, l’atleta paralimpico ha ribadito l’iniziale versione dei fatti. Così come la prima volta che è comparso in tribunale, Pistorius ha pianto, singhiozzando e tenendosi la testa tra le mani. Avrebbe sparato alla modella 29enne credendo che qualcuno si fosse introdotto nell’abitazione. Il 26enne ha spiegato di essersi sentito in pericolo perché non aveva addosso le protesi alle gambe, quando ha ha sparato contro la porta del bagno credendo che all’interno ci fosse un intruso. Solo dopo, ha spiegato, ha realizzato che la fidanzata non era nel letto: “Questo mi ha riempito di orrore e paura”. A quel punto ha indossato le protesi e tentato di buttare giù la porta del bagno a spallate, ma non riuscendoci l’ha poi sfondata con una mazza da cricket, ha proseguito nella dichiarazione. Dentro la stanza ha trovato Reeva colpita dagli spari. A quel punto l’ha sollevata per andare a cercare aiuto ed è corso al piano di sotto ma, ha concluso, “e’ morta tra le mie braccia”.