Davos (Svizzera), 23 gen. (LaPresse/AP) – Almeno 650mila persone sono fuggite dalla Siria dall’inizio del conflitto a marzo del 2011 e altre 2 milioni di persone risultano sfollate all’interno del Paese. Lo ha fatto sapere la responsabile delle Nazioni unite per le azioni umanitarie, Valerie Amos, intervenendo durante il World Economic Forum di Davos.
Ogni mese, ha riferito la Amos, le agenzie dell’Onu e varie organizzazioni locali aumentano gli aiuti alimentari, ma “non riescono a tenere il passo con il numero crescente delle persone che hanno un urgente bisogno di assistenza”. “La situazione umanitaria in Siria – ha affermato – è già adesso catastrofica e chiaramente sta ancora peggiorando. Stiamo osservando le conseguenze dell’incapacità della comunità internazionale di unirsi per risolvere la crisi”.
Intanto, ha riferito la Amos, 4 milioni di persone “si trovano ad affrontare violenze spietate e violazioni dei diritti umani”, senza cibo, cure mediche e rifugio, temendo continuamente i bombardamenti. “Quando ho visitato la regione a dicembre – ha detto la Amos – alcune donne mi hanno raccontato episodi di violenze strazianti di cui erano state testimoni, compresi casi di stupro e torture”.