Siria, blackout a Damasco e nel sud: governo accusa i ribelli

Damasco (Siria), 21 gen. (LaPresse/AP) – Un blackout ha colpito nella notte Damasco e i suoi sobborghi e solo in alcune zone la corrente elettrica è tornata stamattina. La zona interessata è molto ampia e si estende fino a 50 chilometri a nord della città di Zabadani. Inoltre pare che anche le province meridionali di Daraa e Sweida siano coinvolte. Il governo siriano attribuisce la responsabilità ai ribelli, sostenendo che avrebbero attaccato la principale linea di rifornimento della corrente della capitale siriana. A riferirlo è l’agenzia di stampa di Stato siriana, Sana, citando il ministro dell’Elettricità, Imad Khamis.

IL REGIME ACCUSA I RIBELLI. “Un attacco di terroristi armati alla principale linea di rifornimento” ha causato il blackout, ha detto il ministro, aggiungendo che le autorità stanno lavorando per ripristinare il servizio. Il regime di Bashar Assad utilizza il termine terroristi per riferirsi ai ribelli.

BLACKOUT FREQUENTI A DAMASCO. I residenti di Damasco spiegano di essere abituati a problemi del genere, ma che è la prima volta che l’intera città è rimasta al buio contemporaneamente. In questi casi molti fanno affidamento su generatori a gas, ma le carenze di gas lasciano questa possibilità a pochi. Nelle aree rurali le famiglie cucinano con la legna. Un abitante del quartiere Mezzeh 86 della capitale, raggiunto via Skype, ha raccontato che nelle ultime settimane ci sono stati tre blackout al giorno, durati circa tre ore ciascuno, mentre a gennaio la corrente elettrica è mancata per sei giorni consecutivi.

IL GOVERNO A CORTO DI COMBUSTIBILE. Lo stesso residente, che preferisce mantenere l’anonimato, dubita che si sia trattato di un attacco dei ribelli e ipotizza piuttosto che “il problema potrebbe essere che il governo non ha combustibili e sta soffrendo di una crisi economica”. Però, dice, “è molto più comodo scaricare la responsabilità sui ribelli”.