Ginevra (Svizzera), 18 gen. (LaPresse/AP) – Nei prossimi mesi fino a 700mila persone saranno probabilmente costrette a fuggire dalle proprie case a causa dei combattimenti in Mali, dove i civili sono vittime di gravi abusi dei diritti umani. Lo fa sapere l’Unhcr (Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati). Personale dell’agenzia, ha riferito la portavoce Melissa Fleming, sta raccogliendo testimonianze di “esecuzioni e amputazioni”, nonché di grandi somme di denaro offerte a civili che accettano di combattere contro l’esercito maliano appoggiato dalla Francia.
Sono emerse inoltre, ha aggiunto la portavoce, segnalazioni di sfruttamento di bambini soldato da parte delle milizie islamiche, nonché di sparizioni di persone. “I rifugiati – ha spiegato la Fleming – fuggono a causa dell’intervento militare, perché non hanno mezzi di sussistenza e perché hanno paura della rigida applicazione della legge islamica sharia”.
L’agenzia si sta preparando per offrire assistenza ad altri 300mila sfollati in Mali e 407mila rifugiati nei Paesi confinanti e sta rafforzando il personale in Mauritania, Burkina Faso, Niger, Algeria, Guinea e Togo. Nel 2012, ancora prima dell’inizio dell’offensiva francese contro i militanti nel nord, circa 200mila persone erano fuggite dalle loro case e si erano recate in altre zone del Paese, mentre 144.500 maliani erano fuggiti all’estero.