Mali, anche Italia sostiene intervento Francia, ma no truppe di terra

Roma, 16 gen. (LaPresse/AP) – A sei giorni dall’inizio dell’offensiva francese in Mali, anche l’Italia ha annunciato che darà il proprio sostegno per cercare di mettere fine alla crisi che ha travolto il Paese africano dall’inizio dello scorso anno, quando iniziò l’avanzata ribelle che si è inasprita nelle ultime settimane. Ad annunciarlo è stato il ministro degli Esteri Giulio Terzi, nel corso di un’audizione congiunta delle commissioni Difesa e Affari esteri al Senato. “L’Italia – ha dichiarato – è pronta a un supporto logistico dell’operazione in Mali”. È importante, ha quindi aggiunto, “guardare a una rapida soluzione di questa crisi ed evitare una realtà di presenza endemica di forze terroristiche sul territorio”.

L’OPERAZIONE FRANCESE. L’intervento lanciato dalle forze armate di Parigi è iniziato venerdì scorso, dopo la nuova offensiva dei ribelli islamici che da mesi controllano il nord del Paese. Attualmente l’esercito transalpino ha 800 soldati impegnati nell’offensiva e il numero sarà aumentato “gradualmente” fino a 2.500 militari. Nei giorni scorsi la Francia ha condotto raid aerei su diverse città, ma l’avanzata dei militanti non si è fermata, soprattutto verso ovest. Anche per questo oggi l’ammiraglio Edouard Guillaud, ha fatto sapere che le forze francesi, schierate la notte scorsa sul terreno, saranno impegnate “nel giro di poche ore” anche in scontri a terra con i combattenti islamici.

IL SOSTEGNO DELL’ITALIA. Nonostante varie nazioni abbiano offerto il proprio supporto per la missione in Mali, solo la Francia ha per ora inviato soldati nel Paese africano. E anche l’Italia fa sapere che offrirà il proprio sostegno, ma senza un impiego di truppe. L’Italia, ha affermato il ministro degli Esteri Giampaolo Di Paola, sempre davanti alle commissioni congiunte Affari esteri e Difesa al Senato, è pronta a fornire un supporto logistico alle operazioni in Mali “attraverso collegamenti aerei anche per le forze francesi” ma senza militari “sul terreno”. Il sostegno dell’Italia, ha aggiunto invece Terzi, sarà anche sul piano politico, “nel quadro della risoluzione 2085 del Consiglio di sicurezza dell’Onu”, firmata lo scorso 20 dicembre. Per quanto riguarda il supporto logistico, il ministro degli Esteri ha sottolineato che ci sarà “soprattutto per quei Paesi africani che hanno difficoltà a trasferire truppe sul terreno”.

PREOCCUPAZIONE PER AVANZATA JIHADISTA. Obiettivo principale dell’operazione è fermare l’avanzata dei ribelli islamici che vogliono imporre la sharia sull’intero Paese. Dopo l’incontro a Roma con il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Leon Panetta, avvenuto sempre oggi, Di Paola ha spiegato che “sia Italia che Stati Uniti” hanno espresso supporto per l’azione della Francia proprio “per fermare l’avanzata jihaidista”. Domenica, ha quindi annunciato, “si terrà una riunione dei ministri degli Esteri” a Bruxelles “e ci sarà un’idea piu chiara sull’azione che l’Unione europea potrà condurre e su che assistenza potrà essere fornita sulla base anche delle richieste francesi”. Dal canto suo, anche Terzi ha espresso timori per l’offensiva dei militanti. “La situazione sul terreno nel Mali – ha dichiarato il ministro degli Esteri – è precipitata in modo inaspettato” ed è necessario “un intervento immediato di contrasto alle azioni della jihad prima che si radichino nelle città”.

CPI APRE INDAGINE SU CRIMINI DI GUERRA. Intanto oggi, la Corte penale internazionale ha aperto un’indagine sui crimini di guerra commessi in Mali dall’inizio della rivolta armata, scoppiata circa un anno fa. A darne notizia è il procuratore capo Fatou Bensouda, secondo cui “i crimini internazionali commessi in Mali hanno sconvolto profondamente la coscienza dell’umanità”. Sette mesi fa, la stessa Bensouda aveva avviato un’indagine preliminare sulle accuse di crimini di guerra nel Paese africano. Nell’ipotesi iniziale si sospettavano reati come omicidio, stupro, mutilazioni, esecuzioni sommarie. L’indagine ora si concentrerà sul nord del Mali, dove lo scorso aprile i ribelli islamici hanno conquistato ampie parti di territorio in seguito a un colpo di Stato eseguito da militari disertori che ha destabilizzato politicamente l’intero Paese.

L’EMERGENZA UMANITARIA. A incidere però molto anche sulla decisione di offrire sostegno nell’operazione da parte dell’Italia è stata la situazione umanitaria. Il ministro Terzi ha sottolineato infatti che in Mali esiste attualmente “un’emergenza umanitaria molto forte. Ci sono 19 milioni di persone a rischio alimentare nel Sahel e 350mila sfollati”. Numeri già confermati nei giorni scorsi da vari organismi internazionali. Il portavoce dell’Onu Eduardo del Buey aveva spiegato che solo dall’inizio della nuova offensiva dei ribelli, la scorsa settimana, gli sfollati sono già 30mila. Preoccupazioni a cui hanno fatto eco quelle di Medici senza frontiere che hanno fatto appello alle parti in conflitto affinché rispettino “la sicurezza dei civili e non attaccare le strutture mediche”.

ATTACCO IN GIACIMENTO GAS IN ALGERIA. E come ultimo sviluppo della situazione nell’area, la notte scorsa un gruppo militanti islamici ha lanciato un attacco contro un campo di estrazione di gas nel sud Algeria, proprio come vendetta contro l’appoggio da parte di Algeri all’intervento francese. Nell’azione due persone (una guardia e un cittadino britannico) sono rimaste uccise, sei ferite, e 41 dipendenti della società stranieri sono stati presi in ostaggio.