Parigi lancia intervento armato in Mali, un pilota la prima vittima

Bamako (Mali), 12 gen. (LaPresse/AP) – A un giorno dall’inizio dell’offensiva armata francese contro i militanti islamici in Mali, si registra già la prima vittima. Si tratta di un pilota, il cui elicottero è stato abbattuto durante i raid notturni contro tre obiettivi ribelli. Lo fa sapere il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, spiegando che nell’operazione sono impegnati centinaia di soldati francesi. Parigi, ha spiegato questa mattina il ministro, è stata costretta ad agire rapidamente per fermare l’offensiva islamista che potrebbe sfociare in uno “Stato terroristico alle porte della Francia e dell’Europa”. Intanto, mentre l’esercito locale riferisce che gli islamisti sono stati cacciati dalla città di Konna, anche l’Ecowas (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) ha autorizzato l’immediato dispiegamento di truppe nel Paese.

ECOWAS APPROVA TRUPPE SUL TERRENO. Questa mattina, in una nota, il presidente della commissione dell’Ecowas, Kadre Desire Ouedraogo, ha comunicato che l’organismo ha autorizzato lo stanziamento di soldati in Mali “alla luce dell’urgenza della situazione”. L’Ecowas non ha fatto tuttavia sapere quanti militari saranno inviati nel Paese o quando arriveranno. Inoltre non specifica quali dei quindici Stati membri del blocco forniranno le truppe. Ieri il governo francese ha lanciato un intervento armato contro l’offensiva dei militanti islamici. Solo il governo del Burkina Faso finora ha fatto sapere di voler inviare sul terreno 500 militari. Il ministro degli Affari esteri, Djibril Bassole, fa sapere che il Parlamento si riunirà nei prossimi due giorni per definire i dettagli della partecipazione all’operazione.

ANSAR DINE: E’ GUERRA AI CROCIATI. La risposta degli islamisti di Ansar Dine all’operazione non si è fatta attendere. “Se Dioncounda Traore ha chiesto aiuto alla Francia, noi chiediamo la guida di Allah e di altri musulmani nella nostra regione, perché questa guerra è diventata una guerra contro i crociati”, ha detto Sanda Abou Mohamed, portavoce del gruppo, condannando la richiesta di aiuto da parte del presidente del Mali alle autorità di Parigi.

L’INTERVENTO MILITARE. L’annuncio dell’operazione lanciata dalla Francia a sostegno dell’esercito locale è stato dato ieri dal presidente francese François Hollande, il quale ha spiegato che le operazioni dureranno “sino a quando sarà necessario”. Parigi ha già compiuto raid aerei, ha spiegato il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, che si è però rifiutato di confermare l’eventuale presenza di truppe di terra. Informazioni del genere, ha detto, darebbero “indizi ai terroristi”. In concomitanza con le operazioni, il presidente Traore ha dichiarato lo stato d’emergenza.

BAN KI-MOON: PARTECIPANO ANCHE SOMALIA E NIGERIA. Intanto, da New York, il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon, fa sapere che all’intervento, oltre alla Francia stanno prendendo parte anche Paesi dell’area. “So – ha detto Ban Ki-moon – che Paesi come Francia, Senegal e Nigeria hanno risposto a una richiesta del presidente Traore. Mi auguro che il dispiegamento militare francese sia coerente con lo spirito della risoluzione numero 2085 del Consiglio di sicurezza”. Non è chiaro tuttavia che tipo di assistenza starebbero fornendo Nigeria e Somalia. La risoluzione è stata approvata all’unanimità il 20 dicembre scorso e autorizza una missione a guida africana, composta dalle forze armate regionali, a supportare le autorità del Mali a riprendere il controllo del nord, conquistato nei mesi scorsi dagli islamisti. Mettere insieme le forze, ha spiegato Ban Ki-moon, “può richiedere del tempo” e ora “che questi gruppi armati stanno dirigendosi verso sud la situazione è diventata molto più volatile in termini di sicurezza, così come di diritti umani e di situazione umanitaria”. Secondo Ban, aiutare le forze di difesa del Mali a respingere l’offensiva dei gruppi armati islamisti è “molto importante”.

L’ANNUNCIO DI HOLLANDE. Le voci sull’intervento militare francese si rincorrevano da ieri mattina. La notte precedente il presidente del Mali aveva chiesto a Parigi un aiuto per fermare l’offensiva di militanti e gruppi terroristici e in mattinata non si era fatta attendere la risposta di Hollande. La Francia è “pronta a fermare l’azione dei terroristi” che controllano il nord del Mali “se la loro offensiva continuerà”, aveva affermato il capo di Stato. Poi nel pomeriggio le prime indiscrezioni, secondo le quali l’intervento sarebbe arrivato “molto rapidamente”. Infine la conferma ufficiale, arrivata prima dal Mali e poi da Parigi. A Bamako il colonnello Abdrahmane Baby, consigliere del ministero degli Esteri maliano per le operazioni militari, ha confermato l’arrivo di truppe francesi a sostegno del governo. Dalla Francia invece l’annuncio di Hollande. “Oggi pomeriggio – ha detto ieri – le forze armate francesi hanno sostenuto le unità del Mali nella lotta contro elementi terroristi”. L’inquilino dell’Eliseo ha precisato che le operazioni sono mirate in particolare a proteggere i seimila cittadini francesi in Mali, che è una ex colonia francese. La decisione di Parigi è tuttavia rischiosa, visto che sette ostaggi francesi sono nelle mani di rapitori nel Paese e in passato gli estremisti avevano minacciato di vendicarsi in caso di un intervento della Francia.

LA PRESA DI KONNA. La richiesta di aiuto di Traore e il conseguente intervento francese sono arrivati dopo che giovedì il gruppo estremista Ansar Dine aveva preso il controllo della città di Konna, dopo due giorni di combattimenti. Si è trattato dei primi scontri fra le forze del governo maliano e gli islamisti dopo circa un anno. Le due parti infatti non si scontravano da quando i militanti avevano catturato le città settentrionali di Gao, Kidal e Timbuktu, assicurandosi il controllo del nord del Paese. Tuttavia, questa mattina, l’esercito locale ha fatto sapere che i militanti sono stati messi in fuga. Il colonnello dell’esercito Diarran Kone spiega che i militari non controllano ancora la città e continuano la ricerca di islamisti nascosti nella zona. Sanda Abu Mohammed, portavoce locale di Ansar Dine, ha riferito ad Associated Press di non poter confermare se i suoi combattenti si trovino o meno ancora a Konna, perché le reti di comunicazione non funzionano da ieri. La conquista della città spaventava perché avrebbe aperto le porte a Mopti, il centro più a nord ancora nelle mani del governo, porto strategico sul fiume Niger. Quattro mesi fa gli islamisti avevano conquistato la città di Douentza dopo brevi combattimenti con una milizia locale, ma non si erano spinti oltre.

DICHIARATO LO STATO D’EMERGENZA. Mentre Parigi annunciava l’intervento, il presidente del Mali, Dioncounda Traore, ha dichiarato lo stato d’emergenza in un discorso tenuto in televisione, precisando che resterà in vigore per 10 giorni e poi potrà essere rinnovato. Traore ha invitato le ditte che si occupano di estrazioni e le ong a offrire i loro pickup e furgoni all’esercito, sollevando dubbi sulle effettive capacità delle forze armate del Mali. Gli islamisti sostengono di volere imporre la sharia solo nel nord del Paese, ma si teme che possano spingersi anche più a sud. La capitale Bamako si trova a circa 700 chilometri dal territorio in mano agli estremisti.