Nuova Delhi (India), 3 gen. (LaPresse/AP) – L’India si prepara all’udienza in cui oggi, in un tribunale di Nuova Delhi, la polizia incriminerà i presunti responsabili dello stupro di gruppo della studentessa poi morta a Singapore. Le accuse ai sei uomini sospettati delle violenze del 16 dicembre nella capitale comprendono rapimento, stupro e omicidio e saranno formalizzate nella Corte di Saket, quartiere di Nuova Delhi. Si tratta di uno dei cinque tribunali speciali istituiti per le violenze sulle donne, i nuovi cosiddetti ‘fast-track courts’ o tribunali preferenziali.
La polizia intende chiedere la pena di morte per i responsabili delle violenze contro la 23enne, violentata a turno dagli aggressori su un bus, picchiata con una spranga di ferro e poi gettata in strada nella capitale. Con lei c’era un amico, che sarà testimone nel processo. Uno dei sei accusati ha dichiarato di essere minorenne, quindi le autorità lo hanno sottoposto al test dell’età ossea per verificarne l’età. Il risultato non è ancora noto. Se sarà dichiarato minore di 18 anni non potrà essere processato in un tribunale ordinario, ma dovrà esserlo in uno minorile.
I media indiani hanno riportato che sono stati raccolti 30 testimoni e che le accuse contro i sei uomini sono raccolte in un documento di oltre mille pagine. Tra le testimonianze ci sarà anche una registrazione delle dichiarazioni della giovane violentata.
Ieri l’associazione degli avvocati ha fatto sapere di non avere intenzione di assumere la difesa dei sospettati, ma il tribunale dovrà nominare comunque i difensori. Anche il proprietario della compagnia cui appartiene il bus su cui la ragazza ha subito le violenze è stato arrestato, accusato di aver usato documenti falsi per ottenere i permessi di gestire il servizio privato di trasporti.
Intanto, in India non si fermano le proteste e i cortei con cui attivisti e popolazione chiedono maggiore protezione e sicurezza per le donne. L’ultima grande manifestazione ieri, quando migliaia di indiane hanno marciato in silenzio al memoriale di Mohandas K. Gandhi a Nuova Delhi per chiedere protezione e garanzie. I dimostranti chiedono anche pene esemplari per i responsabili di stupro, sino alla pena di morte. E la Corte suprema sta valutando la sospensione dei deputati sospettati di reati contro le donne. Ieri, infatti, il giudice Altamas Kabir ha accolto la petizione della funzionaria governativa in pensione Promilla Shanker, che ha chiesto la sospensione di tutti i deputati del Parlamento nazionale e delle Assemblee regionali incriminati per accuse di violenze di genere.