India sconvolta dopo stupro-shock. Nel 2012 a Nuova Delhi 754 denunce

Nuova Delhi (India), 30 dic. (LaPresse) – Sono stati 754 gli uomini denunciati per stupro tra gennaio e novembre di quest’anno nella sola capitale indiana Nuova Delhi. Il dato, diffuso dal ministero dell’Interno indiano e riportato dall’emittente televisiva Ndtv, è il più alto degli ultimi cinque anni, in un costante aumento annuale. L’India è sconvolta in questi giorni per la morte di una studentessa 23enne, aggredita e stuprata da un gruppo di uomini su un bus della capitale, poi picchiata con spranghe di ferro e gettata agonizzante in strada. Nonostante i tentativi di salvarla, anche con un trasferimento a Singapore, la giovane è morta ieri. Proteste e marce si sono svolte in molte città indiane, per chiedere la pena di morte per i sei arrestati ma anche per ottenere maggiore attenzione al diffuso problema delle violenze sulle donne.

L’aumento del numero delle violenze nella capitale è costante. Nel 2011 gli stupri denunciati alla polizia furono 572, mentre erano stati 507 nel 2010, 469 nel 2009 e 466 nel 2008. Solo 18 sospettati sono stati condannati. I dati mostrano quanto il problema sia grave in IndiaPaese in cui la violenza subita è una vergogna per le donne e per le loro famiglie. Spesso le stesse autorità giustificano o sminuiscono i fatti, tendendo a non accettare le denunce e a fornire ‘soluzioni’ come risarcimenti in denaro o matrimoni riparatori. Sul totale dei 754 accusati di stupro a Nuova Delhi nel 2012, uno solo è stato condannato mentre altri 403 stanno affrontando il processo e per 348 sono in corso indagini. Due sono stati rilasciati.

Intanto, nelle ultime ore si sono aggiunti altri due episodi di violenze simili. Una donna di 45 anni è stata aggredita ieri mentre con il marito tornava dal lavoro in una fabbrica di mattoni vicino a Calcutta. Trascinata via da un gruppo di uomini, che ha versato acido nella bocca del marito che ha tentato di ostacolarli, è stata violentata e poi uccisa. Una 15enne dalit è invece stata liberata oggi dopo essere stata tenuta prigioniera da tre uomini per 15 giorni, durante i quali è stata violentata. Secondo la polizia è stata rapita mentre andava a scuola. In nessuno dei due casi i presunti responsabili sono ancora stati individuati e inciminati e la polizia sta indagando.

Dura la condanna del segretario generale della Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che ha chiesto al governo indiano di prendere provvedimenti per punire i responsabili e per prevenire tutte le violenze contro le donne. Offrendo le condoglianze alla famiglia della 23enne morta ieri dopo 17 giorni di agonia, ha aggiunto: “La violenza contro le donne non deve mai essere accettata, mai scusata, mai tollerata. Ogni ragazza, ogni donna ha il diritto di essere rispettata, valorizzata e protetta”.