Nuova Delhi (India), 29 dic. (LaPresse/AP) – A un giorno dalla notizia della morte della studentessa 23enne vittima di uno stupro di gruppo, l’India è sgomenta e addolorata. La giovane, violentata il 16 dicembre mentre si trovava con un amico a bordo di un autobus a Nuova Delhi, si è spenta ieri nell’ospedale di Singapore dove era stata trasferita per ricevere migliori cure. Sulla vicenda, questa mattina ha fatto sentire la sua voce il primo ministro Manmohan Singh, mentre a Nuova Delhi la polizia è in allerta per il timore di nuove proteste.
SINGH: LAVORIAMO PER MAGGIORE SICUREZZA. Quelle del Paese sull’episodio, ha detto il premier, “sono reazioni perfettamente comprensibili da parte di una giovane India, e di un’India che desidera in modo genuino un cambiamento”, “sarebbe un vero omaggio alla sua memoria se riuscissimo a incanalare queste emozioni ed energie verso una linea d’azione costruttiva”. Il primo ministro ha fatto poi sapere che il governo sta esaminando le pene per crimini come lo stupro “per aumentare la sicurezza delle donne”. “Spero che l’intera classe politica e la società civile – ha quindi proseguito – mettano da parte gli interessi e le proprie agende e ci aiutino a raggiungere il fine che tutti desideriamo, ossia rendere l’India un luogo chiaramente migliore e più sicuro per le donne che ci vivono”.
SONIA GANDHI: LOTTEREMO CONTRO VIOLENZE. Parole simili sono arrivate anche da Sonia Gandhi, leader del Partito del Congresso. La morte della studentessa , ha dichiarato in giornata, “approfondisce la nostra determinazione a combattere i pervasivi e vergognosi atteggiamenti sociali e la mentalità che permettono agli uomini di stuprare e molestare le donne e le ragazze con una simile impunità”.
NUOVA DELHI BLINDATA. Intanto, questa mattina centinaia di poliziotti hanno isolato l’area ad alta sicurezza dell’India Gate, a Nuova Delhi, dove ha sede il governo nazionale, in attesa di possibili proteste. L’area ospita il palazzo presidenziale, l’ufficio del primo ministro e i ministeri di Difesa, Affari esteri e Interno. Dopo l’episodio, la zona è diventata teatro di scontri tra polizia e manifestanti che chiedevano maggiore sicurezza per le donne indiane e pene severe per i responsabili dello stupro. Intanto, dopo il decesso della 23enne, i sei sospetti arrestati per lo stupro sono stati ufficialmente accusati di omicidio e ora rischiano la pena di morte. Per sicurezza, spiega il portavoce della polizia della capitale, sono state chiuse anche dieci stazioni della metro nell’area. Il corpo della giovane, spiega l’Alto commissario indiano T.C.A. Raghavan, dovrebbe essere rimpatriato oggi.
OMAGGIO SILENZIOSO. Per utto il giorno decine di cittadini di Nuova Delhi si sono radunati nei pressi del complesso di Jantar Mantar per ricordare la ragazza. I manifestanti hanno posizionato una corona tempestata di fiori bianchi sulla strada, hanno acceso una candela e si sono seduti attorno per dare un tributo silenzioso alla ragazza. I membri di una compagnia teatrale hanno cantato e suonato chiedendo alla società di sollevarsi per mettere fine alla discriminazione contro le donne. “Spero che questo non capiti più a nessun’altra”, ha commentato Dipali, una donna che ha preferito rivelare solo il nome. Gli studenti dell’università Jawaharlal Nehru, della capitale, hanno marciato in silenzio verso la fermata dell’autobus erano saliti la vittima dello stupro e il suo amico. Gli studenti hanno mostrato un cartello con la scritta: “Lei non è con noi, ma la sua storia deve svegliarci”. “Noi veniamo da una condizione feudale e patriarcale dove valutiamo più gli uomini delle donne. Uccidiamo le nostre figlie prima ancora che nascano”, afferma Nehra Kaul Mehra, giovane studentessa alla Colombia University degli Usa.
SERVE CAMBIAMENTO MENTALITA’. “E’ tempo di leggi più severe”, ha commenta intanto Mamta Sharma, che guida la Commissione nazionale per le donne. “La società – aggiunge – deve cambiare la sua mentalità per mettere fine ai crimini contro le donne”. La tragedia della giovane ha costretto l’India a confrontarsi con una realtà dove spesso le donne violentate sono accusate in prima persona come responsabili di atteggiamenti provocanti, oppure la polizia non accetta di buon grado le denunce di chi ha il coraggio di rivelare una violenza subita. Tuttavia, in questo caso gran parte della società civile ha reagito con sgomento alla vicenda. Molte celebrità indiane hanno espresso dolore per la morte della giovane. La star di Bollywood Amitabh Bachchan ha scritto su Twitter: “Il suo corpo è morto, ma la sua anima muoverà sempre i nostri cuori”.
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