L’Avana (Cuba), 22 dic. (LaPresse/AP) – Dopo 21 giorni e oltre cento ore di colloqui a L’Avana, i rappresentanti del governo colombiano e i negoziatori delle Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, hanno preso una pausa per il periodo di Natale. Le parti si sono sedute al tavolo dei negoziati nella capitale cubana a partire dal 19 novembre, e in una nota congiunta hanno fatto sapere che il confronto riprenderà il 14 gennaio.
Nonostante stiano ancora lavorando sul primo dei sei punti in agenda, la riforma agraria, e abbiano riscontrato non poche differenze nell’approccio alla materia, entrambe le parti insistono sul fatto che i colloqui si stiano sviluppando in un’atmosfera di rispetto e che il confronto sia per ora costruttivo. Nelle ultime settimane, le parti hanno fatto passi avanti promuovendo un forum agrario a Bogotà e istituendo un sito internet che ha raccolto oltre duemila proposte per la partecipazione dei cittadini al processo di pace. Nate negli anni ’60, le Farc contano su circa novemila membri e sono il principale gruppo guerrigliero ancora attivo in America latina.
“Il governo non deve cambiare il suo modello sociale. Ecco perché abbiamo detto che non stiamo negoziando il modello di sviluppo colombiano o il suo sistema democratico di governo”, ha dichiarato Humberto de la Calle, capo negoziatore per il governo di Bogotà. Le due parti, ha aggiunto, stanno ancora lavorando in direzione un accordo secondo cui le Farc dovrebbero deporre le armi e trasformarsi in un’organizzazione sociale e politica.
“Le Farc – ha invece detto il capo negoziatore dei ribelli, Ivan Marquez – ritengono che sia necessario affrontare i problemi nazionali, che sia necessario urgentemente cambiare questa struttura ingiusta. Se non si vuole il conflitto bisogna risolvere le cause”. Marquez, nome di battaglia di Luciano Marin Arango, ha poi ribadito che la Colombia ha bisogno di giustizia sociale ed equità per avere una pace duratura.
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