Mingora (Pakistan), 21 dic. (LaPresse/AP) – Malala Yousufzai, la ragazzina pakistana ferita gravemente dai talebani due mesi fa per aver promosso l’educazione tra le giovani donne, ha chiesto alle autorità del Pakistan di ritirare la decisione di nominare una scuola di Mingora in suo onore, per evitare possibili attacchi di militanti contro gli studenti. La 15enne, diventata simbolo della resistenza giovanile contro i talebani, ha avanzato la richiesta dopo che alcuni studenti sono entrati nella scuola, hanno divelto le sue fotografie e boicottato le lezioni. Gli studenti sostengono che aver ribattezzato la scuola con il nome di Malala metta in pericolo le loro vite. L’ufficiale governativo Kamran Rehman spiega che la 15enne gli ha avanzato la richiesta telefonando da Londra, dove sta venendo curata per le ferite riportate durante l’attacco del 9 ottobre scorso.

Intanto, nel Paese non si fermano le violenze. Questa mattina una bomba è esplosa nell’ufficio del comandante delle milizie locali Maulvi Abbas, a Wana, principale città della regione del Sud Waziristan, uccidendo lui e tre sue guardie. Lo riferiscono gli ufficiali dell’intelligence. Abbas era legato a Hakimullah Mehsud, capo del gruppo militante pakistano Tehrik-e-Taliban. Alcune settimane fa, sempre a Wana, un attentatore suicida aveva attaccato Maulvi Nazir, capo militante di spicco che sembra avesse siglato un patto di non aggressione con l’esercito. Nell’esplosione Nazir è rimasto ferito, mentre sette suoi uomini sono rimasti uccisi. Non è chiaro chi sia responsabile dell’attentato di questa mattina, ma negli ultimi tempi sono notevolmente aumentate le tensioni tra i seguaci dello stesso Nazir e il gruppo Tehrik-e-Taliban nella regione.

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