Washington (Usa), 15 dic. (LaPresse/AP) – Continua la polemica sulle regole per la vendita e il possesso delle armi da fuoco negli Stati Uniti, rinfocolata dalla strage di ieri a Newtown, in Connecticut. Agli appelli dei gruppi che chiedono la revisione delle leggi in materia si sono uniti, tra gli altri, quelli del sindaco di New York Michael Bloomberg e del reverendo della diocesi di Oakland.
Bloomberg è intervenuto nel dibattito rispondendo direttamente al discorso alla nazione tenuto ieri dal presidente Barack Obama, che ha detto sia tempo di agire per evitare nuove stragi ma non ha fatto accenno a quali misure concrete prendere, né ha citato le leggi sulle armi. “Chiedere azioni significative non è abbastanza, abbiamo bisogno che si agisca subito. Abbiamo già sentito in passato tutta quella retorica”, ha detto in sindaco, aperto sostenitore di più rigidi vincoli all’acquisto e al possesso delle armi da fuoco.
Gli ha fatto eco il reverendo Michael McBride di Oakland, in California, che ha chiesto a Obama di prendere posizione a favore del controllo sulle armi, prima o durante il discorso annuale sullo State of the Union, previsto a gennaio. “Luoghi comuni e condoglianze non aiutano, è necessario agire”, ha detto il religioso.
Durante i due mandati di Obama si sono verificate diverse stragi negli Stati Uniti, tra cui in Wisconsin, Texas e Colorado, oltre a quella di ieri in Connecticut in cui sono morte 28 persone. A compiere l’ultimo massacro un ventenne della città di Newtown, Adam Lanza, che ha ucciso la madre e si è poi recato in una scuola elementare, portando con sé diverse armi da fuoco, tra cui fucili d’assalto. Tutte le armi erano regolarmente registrate a nome dei genitori. Il giovane ha sparato contro i bambini di due classi, uccidendone 20, tutti di età compresa tra 5 e 10 anni. Anche sei adulti sono tra le vittime, tra cui la preside dell’istituto. Il ragazzo ha poi rivolto l’arma contro se stesso e si è suicidato.