San Paolo (Brasile), 13 dic. (LaPresse/AP) – Aumentano le pressioni sulla procura federale brasiliana affinché apra un’indagine sul presunto coinvolgimento dell’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva in uno scandalo di corruzione noto come ‘mensalao’. Il nome si usa in portoghese per indicare una mazzetta mensile pagata ai politici in cambio del loro voto in una determinata direzione.
ACCUSE A LULA DALL’IMPRENDITORE MARCOS VALERIO. Il caso emerse nel 2005, quando Lula era ancora in carica. Venticinque persone, tra cui l’ex capo del Gabinetto di Lula, sono state condannate in relazione alla pratica illecita, ma l’ex capo dello Stato ha sempre sostenuto di non aver saputo nulla. Nei giorni scorsi, tuttavia, è emersa la testimonianza dell’imprenditore Marcos Valerio, condannato a una pena detentiva di 40 anni e a una multa di 1,3 milioni di dollari per aver consegnato le mazzette, secondo il quale Lula sapeva del piano e lo approvò. La notizia è stata diffusa dal quotidiano Estado de S. Paulo, il quale ha ottenuto una copia delle dichiarazioni fatte da Valerio ai procuratori a settembre scorso, quando era già stato condannato per il suo ruolo nello schema di acquisto di voti.
PRESSIONI PER APRIRE NUOVA INDAGINE. Anche se la maggior parte dei commentatori brasiliani ha definito la testimonianza di Valerio un disperato tentativo di ottenere una riduzione della pena, in molti hanno chiesto alle autorità di aprire un’inchiesta per fare luce sul presunto coinvolgimento di Lula. Una portavoce del procuratore generale ha fatto sapere che l’ufficio non rilascerà alcuna dichiarazione sulle nuove accuse nei confronti dell’ex presidente finché la Corte suprema non avrà chiuso definitivamente il processo contro le 37 persone incriminate per lo scandalo ‘mensalao’, cosa che potrebbe succedere questa settimana. Silva lasciò l’incarico nel 2010 con un consenso dell’opinione pubblica pari all’87% e secondo un recente sondaggio potrebbe vincere le elezioni se decidesse di candidarsi nel 2014.