A Doha protocollo di Kyoto esteso sino al 2020

Doha (Qatar), 8 dic. (LaPresse/AP) – I circa 200 Paesi partecipanti alla conferenza Onu sui mutamenti climatici di Doha hanno concordato l’estensione del protocollo di Kyoto sino al 2020. Il patto siglato nel 1997 per il controllo delle emissioni di gas serra da parte dei Paesi sviluppati sarebbe altrimenti scaduto quest’anno. La seconda fase, tuttavia, copre soltanto il 15% delle emissioni globali dopo che Canada, Giappone, Nuova Zelanda e Russia si sono ritirate. L’obiettivo ora è l’adozione nel 2015 di un trattato più ampio, che si applichi a tutti i Paesi e entri in vigore quando anche la nuova estensione dell’accordo arriverà al termine nel 2020.

L’estensione è stata adottata a seguito di colloqui complicati e nonostante la contrarietà della Russia. Nell’accordo sono incluse anche vaghe promesse sui finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo, che si aspettavano però una definizione precisa degli stanziamenti. Se le aspettative erano basse sulla conferenza iniziata due settimane fa, dopo l’accordo dure critiche sono comunque arrivate da parte dei Paesi meno ricchi. Lo hanno definito insufficiente per mettere il mondo sulla via giusta per combattere l’innalzamento delle temperature, che sta alzando anche il livello dei mari.

Per alcune isole del Pacifico questo problema rappresenta una minaccia alla loro stessa esistenza. “Questo non è il punto a cui avremmo voluto arrivare alla fine dell’incontro, ve lo assicuro”, ha dichiarato Kieren Keke, ministro degli Esteri di Nauru, a capo dell’alleanza dei piccoli Stati isolani. “Di sicuro non è il punto in cui dovremmo trovarci per evitare che le isole siano sommerse e altre conseguenze inimmaginabili”, ha aggiunto.