Il Cairo (Egitto), 6 dic. (LaPresse/AP) – Un appello al dialogo, ma nessun passo indietro per Mohammed Morsi, nel discorso alla nazione che oggi tutto l’Egitto attendeva. A un giorno dalla nuova giornata di violenze, che ha lasciato sul terreno cinque morti e 644 feriti, il presidente egiziano è comparso in televisione per ribadire che il referendum sulla Costituzione contestata dall’opposizione si terrà, come previsto, il 15 dicembre, e che i decreti emessi il 22 novembre e che gli garantiscono ampi poteri, anche sopra la legge, non saranno revocati, se non dopo il voto popolare sulla carta costituzionale. Quindi ha teso una mano all’opposizione, facendo appello a tenere il prossimo sabato un confronto “esauriente e produttivo” con le forze politiche, i rivoluzionari e le figure giudiziarie.

La crisi politica, ha detto Morsi, deve essere risolta attraverso il dialogo e gli egiziani devono guardare oltre gli egoismi e l’intolleranza di ogni partito o setta. Esprimendo tristezza per le vittime delle violenze di ieri davanti al palazzo presidenziale, il capo di Stato ha usato parole dure contro chi, a suo dire, starebbe progettando un rovesciamento del suo governo “legittimo”. Rispetto la libertà di parola, ma non tollererò appelli al “colpo di Stato”, ha dichiarato, accusando alcuni dei manifestanti dell’opposizione di servire ciò che resta del vecchio regime. Quindi ha cercato di rassicurare la popolazione, spiegando che se la Costituzione non sarà approvata nel voto popolare, verrà formata una nuova assemblea costituente.

Oggi, intanto, nonostante la tensione rimanga alta, la giornata è stata piuttosto tranquilla. L’esercito si è schierato a protezione del palazzo presidenziale, con carri armati e filo spinato. Sei tank e due veicoli armati della Guardia repubblicana sono posizionati nelle strade che portano al palazzo nel quartiere altolocato di Heliopolis, nella capitale. Nonostante l’ultimatum fissato per le 14 dalla forze armate, gruppi di oppositori hanno continuato a protestare nelle strade vicine al palazzo, cantando slogan contro il presidente. Migliaia di persone hanno marciato per le strade della città verso l’edificio e si sono unite alla protesta in serata. Momenti di tensione si sono avuti anche a Zagazig, a circa 80 chilometri a nord del Cairo, davanti alla casa della famiglia del capo di Stato, dove la polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperdere centinaia di manifestanti

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