Ban Ki-moon: Paesi ricchi responsabili per clima, serve patto entro 2015

Doha (Qatar), 5 dic. (LaPresse/AP) – I Paesi ricchi sono responsabili del riscaldamento globale e devono assumere un ruolo guida per siglare un patto mondiale sul clima entro il 2015. Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon, intervistato da Associated Press a margine dei colloqui sul clima a Doha, in Qatar. Questa, ha aggiunto il numero uno dell’Onu, è una scadenza che “deve essere rispettata”, ed “è giusto e ragionevole che il mondo sviluppato assuma la maggiori responsabilità” nella lotta contro i cambiamenti climatici. Il fenomeno, ha proseguito, “è stato causato dall’industrializzazione del mondo sviluppato”, le cui fabbriche hanno iniziato a rilasciare emissioni di carbonio nell’atmosfera molto prima che diventassero noti gli effetti sul clima. Ban Ki-moon ha spiegato di essere a Doha proprio per “accelerare il processo” di far virare il mondo verso il percorso dell’energia pulita, e aiutare i Paesi più vulnerabili ad adattarsi al riscaldamento globale.

“Non c’è tempo da perdere”, ha affermato Ban, aggiungendo che “il cambiamento climatico avviene molto, molto più rapidamente del previsto”. “La scienza – ha detto – lo ha dimostrato chiaramente: il cambiamento climatico è stato causato dal comportamento degli esseri umani e di conseguenza la soluzione deve arrivare da noi”. I governi che partecipano ai colloqui in Qatar stanno discutendo anche della proroga del protocollo di Kyoto, l’unico trattato internazionale vincolante in materia di riscaldamento globale, che scade quest’anno. Il protocollo dovrebbe essere esteso finché non entrerà in vigore un nuovo trattato. Gli Stati Uniti non hanno mai aderito all’intesa, in parte anche perché essa non copre i Paesi emergenti come Cina e India, responsabili attualmente di gran parte delle emissioni.

Per simili motivi, Canada, Giappone e Nuova Zelanda non vogliono sottoscrivere una proroga del trattato, che a questo punto coprirebbe soltanto Europa e Australia, responsabili per meno del 15% delle emissioni globali. Ciononostante, ha affermato Ban, è “fondamentale” che il protocollo di Kyoto venga prorogato perché si tratta “dell’unico impegno vincolante dal punto di vista legale esistente in questo momento in materia di clima”. L’anno scorso un gruppo di Paesi aveva deciso che un nuovo trattato dovrebbe essere adottato nel 2015 ed entrare in vigore cinque anni dopo. Durante il meeting di Doha dovrebbe essere stabilito un piano di lavoro per garantire che il trattato sia pronto nel 2015. Una minoranza di scienziati mette ancora in dubbio il fatto che il riscaldamento globale registrato negli ultimi decenni sia dovuto alle attività dell’uomo. È ora, ha affermato Ban, “di dimostrare che questi dubbi sul cambiamento climatico sono sbagliati”.