Il Cairo (Egitto), 23 nov. (LaPresse/AP) – Sono oltre cento le persone rimaste ferite negli scontri in diverse città dell’Egitto tra i sostenitori e gli oppositori del presidente Mohammed Morsi, che ieri si è attribuito nuovi poteri con decreto costituzionale. Tra le città coinvolte anche Alessandria, dove la folla di oppositori al presidente ha attaccato i sostenitori dei Fratelli musulmani che uscitano da una moschea, lanciando loro pietre e petardi. La risposta è arrivata a suon di sassi e pezzi di marmo, causando 15 feriti.

I dimostranti hanno poi dato l’assalto a una sede del partito di Morsi. Bruciate sedi dei Fratelli musualmani anche a Suez, Ismailia a Port Said. Al Cairo, le forze di sicurezza hanno lanciato gas lacrimogeni per disperdere le migliaia di manifestanti che si sono scontrate con la polizia, a poca distanza da piazza Tahrir. Qui si sono raccolti in migliaia, intonando slogan con cui hanno chiesto a Morsi di dimettersi e lo hanno accusato di non essere diverso dall’ex presidente Hosni Mubarak.

Le dichiarazioni del presidente egiziano Mohammed Morsi “sono preoccupanti per molti egiziani e per la comunità internazionale”, ma gli egiziani devono “risolvare le loro differenze su questi importanti temi in modo pacifico e attraverso il dialogo democratico”. Lo ha detto la portavoce del dipartimento di Stato Usa, Victoria Nuland, a proposito delle tensioni in corso in Egitto dopo che Morsi si è attribuito maggiori poteri con decreto costituzionale. Il presidente, parlando oggi davanti alla folla al Cairo, ha detto che le modifiche hanno lo scopo di “non fermare i progressi del Paese”, cosa che gli esponenti dell’ex regime intendono fare.

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