Islamabad (Pakistan), 22 nov. (LaPresse/AP) – Un attentatore suicida si è fatto esplodere durante una processione sciita vicino a Islamabad, capitale del Pakistan, provocando 23 morti e almeno 62 feriti, di cui sei poliziotti. Lo riferiscono le autorità di soccorso, precisando che tra morti e feriti ci sono almeno otto bambini. L’attacco, avvenuto intorno alla mezzanotte nella città di Rawalpindi, è stato rivendicato dai talebani e arriva nel mese sacro dei musulmani sciiti.

La polizia ha provato a fermare e perquisire l’attentatore mentre questo si avvicinava alla processione, ma è riuscito a fuggire e a far detonare gli esplosivi. L’uomo, rende noto un ufficiale di polizia, aveva con sé anche alcune granate che sono saltate in aria causando una potente deflagrazione. “È stato come la fine del mondo”, racconta uno dei feriti, Nasir Shah, che è stato ricoverato in un ospedale locale per lesioni a mani e gambe. Alcune ore prima, i talebani pakistani avevano fatto saltare in aria due bombe a distanza di pochi minuti davanti a una moschea sciita di Karachi, nel sud del Pakistan, uccidendo almeno una persona e ferendone diverse.

Il portavoce del movimento militante, Ahsanullah Ahsan, ha rivendicato entrambi gli attentati. “Abbiamo una guerra di fede in atto con gli sciiti”, ha spiegato Ahsan al telefono con Associated Press. “Sono dei blasfemi, continueremo ad attaccarli”, ha proseguito. Lo scisma tra sunniti e sciiti sul vero erede del profeta Maometto risale al settimo secolo. Per gli sciiti, novembre è il mese sacro di Muharram che culminerà sabato con l’Ashoura, giorno in cui i fedeli commemorano la morte dell’imam Hussein, nipote di Maometto. Nonostante il governo di Islamabad rafforzi ogni anno la sicurezza in occasione del mese di Muharram per proteggere gli esponenti della setta, gli attentati avvengono di frequente.

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