Usa, udienza preliminare su massacro civili afghani: parlano testimoni

Base Lewis-McChord (Washington, Usa), 10 nov. (LaPresse/AP) – I familiari delle vittime e delle persone rimaste ferite nel massacro di civili afghani avvenuto lo scorso 11 marzo hanno testimoniato in videoconferenza da Kandahar, nel corso dell’udienza preliminare a carico del soldato statunitense Robert Bales. L’uomo è accusato di 16 omicidi premeditati, per l’uccisione di sette adulti e nove bambini, e di sei tentati omicidi. Se condannato, rischia la pena di morte. L’udienza preliminare, in corso alla base statunitense di Lewis-McChord, alle porta di Seattle, è volta proprio a decidere se il militare dovrà andare davanti alla corte marziale.

A intervenire per primo è stato Khamal, parente di alcune vittime, il quale ha parlato in video attraverso un interprete. L’uomo ha raccontato di aver trovato i corpi delle vittime ammassati e bruciati, e ha concluso la testimonianza con le parole: “La mia richiesta è di ottenere giustizia”. La mattina dopo il massacro, il testimone ha raccontato di essere arrivato nel complesso dove viveva la famiglia sterminata e di aver trovato il corpo della madre di un uomo che ha descritto come suo cugino. La donna si trovava nel vano di una porta e riportava un colpo di pistola alla testa. Dentro la casa, il testimone ha raccontato di aver trovato i corpi di sei dei sette figli di suo cugino, della moglie dell’uomo e di altri parenti. I corpi erano bruciati e il fuoco era ormai estinto.

Nelle immagini della testimonianza, a Khamal viene chiesto se è in grado di testimoniare di aver personalmente visto le vittime. E l’uomo risponde: “Sì, ho visto ciascuno di loro e li ha portati fuori io stesso”. Quando gli viene chiesto di descrivere le ferite dei morti, l’uomo spiega: “Tutti avevano colpi di pistola alla testa. Non ho prestato attenzione alle altre ferite”. Considerata la rapida sepoltura delle vittime e la mancanza di prove forensi, i procuratori hanno bisogno di simili testimonianze per provare le circostanze del pluriomicidio.

Dopo la testimonianza di Khamal, è intervenuto in videoconferenza anche Faizullah, figlio di un uomo ferito durante il massacro, che ha ricordato di essere arrivato in casa del padre, dove lo ha trovato ferito con un colpo di arma da fuoco alla gola. Il testimone ha raccontato che erano rimasti feriti anche suo fratello, sua sorella, così come un giovane vicino e la sorella di questo. Tutte e cinque le persone colpite sono sopravvissute. Il padre e il fratello di Faizullah dovrebbero a loro volta testimoniare oggi.

In precedenza, due guardie dell’esercito nazionale afghano hanno raccontato quanto visto prima dell’alba fuori dalla base, la notte del massacro. Una guardia ha raccontato che un soldato americano è arrivato alla base e non si è fermato nonostante tre avvertimenti. Più tardi, ha affermato invece la seconda guardia, un soldato è stato visto lasciare la base, ridendo. I due non hanno potuto accertare che si trattasse della stessa persona, né che fosse proprio Bales. Secondo i procuratori, l’imputato avrebbe compiuto la strage in due momenti, prima attaccando un villaggio, quindi tornando alla base, e poi uscendo nuovamente per un ulteriore attacco in un secondo villaggio.