Sandy, a New York dibattito su barriere di protezione dal mare

New York (New York, Usa), 1 nov. (LaPresse/AP) – La devastazione di New York avrebbe essere potuto evitata con una barriera di protezione alla città dall’innalzamento delle acque del mare, sul modello di quelle che esistono in alcune città europee. A sostenerlo è un gruppo di scienziati e ingegneri statunitensi, che hanno sollevato il problema dopo il passaggio dell’uragano Sandy, che ha causato la morte di oltre 70 statunitensi. “E’ giunto il momento, la città è pronta per una simile infrastruttura”, ha affermato Malcolm Bowman, oceanografo alla Stony Brook University di Long Island. Bowman e il suo collega Douglas Hill, hanno spiegato che due società ingegneristiche europee hanno elaborato un progetto per una barriera che avrebbe un costo di poco superiore ai 6 miliardi di dollari. Prima che l’alluvione si abbattesse su Manhattan e i quartieri bassi di New York, il sindaco Michael Bloomberg aveva riferito che l’amministrazione sta lavorando per analizzare i rischi e studiare l’efficiaca delle varie tecniche di protezione della costa. Tuttavia quella della barriera è solo una delle ipotesi allo studio. Si tratta, piuttosto, ha spiegato il funzionario pubblico incaricato, Carter Strickland, “di una serie di piccoli interventi che cumulativamente ci porteranno nel corso del tempo in una sistema più sicuro”. Barriere di protezione dal livello del mare esistono nei Paesi Bassi e in Russia, a San Pietroburgo. Un altro oceanografo, Robert Swanson, ancora di Stony Brook, ha un’opinione diversa. “Come si fa a decidere chi viene incluso nella protezione della barriera e chi no? Come si fa a prendere questa decisione in modo equo?”. Piet Dircke, che ha lavorato al progetto della società olandese Arcadis per i Paesi Bassi, sostiene che “i sistemi attuati finora non sarebbero in gredo di proteggere una metropoli grande come New York”. Bowman e Hill sponsorizzano invece un piano che prevede una schermatura che vada da Brooklyn e Staten Island e nella baia superiore di New York, integrata da due barriere più piccole, una tra Staten Island e il New Jersey e un’altra sull’East River. Questa protezione, in effetti, avrebbe protetto Manhattan e gran parte di Brooklyn e Staten Island, ma avrebbe lasciato scoperta un’altra parte di Brooklyn e l’Aeroporto Kennedy.