Congo, un morto in attacco a medico che cura vittime stupro. Onu condanna

Kinshasa (Congo), 26 ott. (LaPresse/AP) – Alcuni uomini armati hanno ucciso stanotte in Congo una guardia della casa del ginecologo congolese Denis Mukwege, noto per aver aiutato migliaia di donne vittime di stupro, e hanno rubato la sua auto. Lo riferisce ad Associated Press il governatore della provincia del Sud Kivu, precisando che al momento dell’attacco il medico era con la sua famiglia in casa, a Bukavu, ma non è rimasto ferito. Il governatore comunica inoltre che è stato innalzato il livello di sicurezza nell’abitazione del medico. Mukwege, 57 anni, è il fondatore dell’ospedale Panzi di Bukavu e negli ultimi 10 anni ha curato oltre 30mila vittime di stupri.

Tra i riconoscimenti attribuitigli per la sua attività ci sono il Premio per i diritti umani delle Nazioni unite, il Premio Olof Palme e il Clinton Global Citizen Award. Quattro assalitori sono entrati nell’abitazione, hanno radunato la famiglia del medico e l’hanno tenuta sotto minaccia delle armi fino al suo arrivo. A questo punto lo hanno costretto a uscire e portato alla sua auto, uccidendo la guardia che ha tentato di intervenire. Hanno sparato anche contro Mukwege, che è però riuscito a sfuggire ai colpi. Gli aggressori hanno allora rubato l’auto, abbandonandola poco dopo.

Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, e il gruppo Physicians for Human Rights, hanno condannato l’attacco. “Il lavoro straordinario ed eroico del dottore Mukwege – ha dichiarato Ban Ki-moon – ha salvato la vita di decine di migliaia di congolesi, migliaia delle quali donne e ragazze vittime di violenze sessuali. Continua a essere una forza impegnata per il bene delle persone, e l’ospedale Panzi un paradiso per i più vulnerabili”.

Physicians for Human Rights, partner nella gestione dell’ospedale, ha dichiarato che “questo tentativo di terrorizzare e assassinare il medico potrebbe essere legato alla sua nota attività per la pace e la giustizia. Segue strettamente un discorso fatto alle Nazioni unite lo scorso mese, in cui ha denunciato 16 anni di violento conflitto e chiesto azioni urgenti per arrestare i responsabili di questi crimini contro l’umanità e portarli alla giustizia”.