Londra (Regno Unito), 7 ott. (LaPresse/AP) – Venezuela al voto per le elezioni presidenziali. I cittadini sono chiamati a scegliere fra il presidente in carica Hugo Chavez, al potere dal 1999, e il giovane sfidante Henrique Capriles, ex governatore dello Stato di Miranda. Il vincitore otterrà un mandato di sei anni, dal 2013 al 2019. Lunghe code di centinaia di persone si snodano sui marciapiedi nel centro di Caracas davanti ai seggi elettorali. Fuori da molti seggi gli elettori hanno hanno cominciato a fare la fila diverse ore prima dell’apertura delle urne. I seggi chiuderanno alle 00.30 ora italiana e i risultati preliminari sono attesi poche ore dopo.
I soldati sono stati dispiegati nelle diverse città del Paese per garantire la sicurezza; durante la campagna elettorale non sono mancati infatti gli episodi di violenza, nell’ultimo dei quali due sostenitori del candidato d’opposizione sono morti nello Stato di Barinas. I sondaggi non sono concordi, alcuni danno Chavez in vantaggio di almeno 10 punti percentuali, mentre altri registrano un testa a testa. Chavez ha vinto le ultime presidenziali del 2006 con il 63% dei voti.
CHAVEZ. Chavez, 58 anni, è presidente del Venezuela dal 1999, il presidente rimasto in carica più a lungo in tutta l’America Latina. Nel 1992 guidò un colpo di Stato poi fallito, fu imprigionato, poi graziato ed eletto nel 1998. Nel 2002 riuscì a sopravvivere a un golpe. Chavez afferma che il suo Movimento bolivariano rivoluzionario, che prende il nome dall’eroe dell’indipendenza del XIX secolo Simon Bolivar, stia portando il Paese verso il socialismo. È stato rieletto due volte e l’unica sconfitta elettorale risale al 2007, quando i cittadini respinsero delle modifiche alla Costituzione. A giugno 2011 ha annunciato di avere un tumore nella regione pelvica, per cui è stato sottoposto a un’operazione chirurgica e a trattamenti di radio e chemioterapia a Cuba. Recentemente ha annunciato di essere guarito.
CAPRILES. Henrique Capriles, 40 anni, ex governatore dello Stato di Miranda, ha vinto a febbraio le primarie dell’opposizione per le presidenziali, le prime a essersi tenute. A soli 26 anni Capriles ottene un seggio in Congresso e nel 2008 ha battuto un alleato di Chavez, Diosdado Cabello, nella sfida per diventare governatore dello Stato di Miranda, che include parte di Caracas. Si definisce di centro-sinistra, dice di ammirare l’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva per le politiche di sviluppo degli affari portate avanti parallelamente ai finanziamenti di programmi sociali per i poveri.
PROSPETTIVE. Se Chavez vincesse, e se ha davvero battuto il cancro, avrà tempo fino al 2019 per proseguire con le sue politiche. Secondo gli oppositori accelererebbe l’erosione delle libertà civili. I gruppi per la difesa della stampa e dei diritti umani definiscono le sue azioni repressive, riferendosi per esempio al fatto che abbia costretto una tv non allineata a non trasmettere più. I sostenitori evidenziano invece che ha prestato più attenzione ai poveri di qualsiasi suo predecessore.
Se Capriles riuscisse a sconfiggerlo, invece, diventerebbe il più giovane presidente della storia del Venezuela. Riaprirebbe probabilmente agli investimenti stranieri non statali fermando le espropriazioni di società private. Secondo l’Opec, il Venezuela ha le riserve di petrolio più grandi al mondo e Capriles ha detto che gestirebbe l’industria del greggio in modo diverso anche se lascerebbe comunque la società di Stato PDVSA sotto il controllo del governo.
CHAVEZ IN CONFERENZA STAMPA. Nella serata di ieri Chavez è comparso di nuovo in conferenza stampa, facendo appello perché i risultati del voto siano accettati da entrambe le parti: nessuno tenti di sfruttare le elezioni per “destabilizzare” il Paese, perché nel caso “saremo pronti a neutralizzarli”. Poi ha aggiunto: “E’ un Paese democratico e maturo in cui le istituzioni funzionano, dove abbiamo uno dei migliori sistemi elettorali del mondo”.
PROTESTE CON PENTOLE E PADELLE. Sempre nella notte a Caracas e in altre città del Paese si è tenuto un cacerolazo organizzato dagli oppositori di Chavez, cioè una protesta rumorosa in cui i partecipanti battono pentole e padelle per le strade o dalle finestre delle loro case. Molti sperano che le elezioni contribuiscano a porre fine alla polarizzazione fra le due parti: “voglio riavvicinarmi a tutti i miei amici che sono chavisti”, spiega per esempio Lissette Garcia, sostenitrice di Capriles che ha votato nel distretto di Las Mercedes a Caracas. Chi critica Chavez ritiene infatti che il presidente abbia infiammato le divisioni etichettando gli oppositori come “fascisti”, “Yankees” e “neonazisti”, mentre i suoi sostenitori sostengono che Capriles fermerebbe i programmi avviati dal governo per assistere i poveri.