Somalia, uccisi altri 2 giornalisti, uno di loro decapitato

Mogadiscio (Somalia), 28 set. (LaPresse/AP) – Altri due giornalisti sono stati uccisi in Somalia portando a 15 il bilancio dei reporter assassinati quest’anno nel Paese. Lo riferisce il sindacato dei giornalisti somali. Uno dei due è stato decapitato ieri e l’altro è stato invece ucciso da uomini armati oggi. Questi ultimi attacchi non sono stati rivendicati da nessun gruppo. La maggior parte dei 15 omicidi di giornalisti sembrano essere state aggressioni mirate, mentre la scorsa settimana tre reporter sono morti per l’esplosione causata da un attentatore suicida in un noto bar frequentato da giornalisti e politici.

I due reporter assassinati sono Abdirahman Mohamed Ali, 26 anni, che scriveva di sport e Ahmed Abdulahi Fanah, 32 anni, che lavorava per l’agenzia di stampa yemenita. Il primo è stato trovato ieri da alcuni residenti nei pressi di un ristorante in una zona a nord di Mogadiscio: era decapitato, aveva le mani legate dietro la schiena e sul corpo c’erano segni di tortura. È la prima volta che un giornalista ucciso viene decapitato e queste modalità potrebbero essere un segno che i responsabili siano militanti di al-Shabab, legati ad al-Qaeda. Nel villaggio in cui è stato ritrovato gli abitanti riferiscono che vengono trovati spesso corpi decapitati.

Il secondo reporter, Ahmed Abdulahi Fanah, è stato ucciso oggi da uomini armati mentre usciva da casa per andare al lavoro. La maggior parte degli omicidi ai danni di giornalisti sono avvenuti quest’anno in zone di Mogadiscio ufficialmente sotto il controllo del governo somalo. Nonostante le autorità promettano di perseguire i responsabili, non sono stati effettuati arresti per nessuno degli omicidi di giornalisti avvenuti nel 2012.

“Le terribili uccisioni di altri due giornalisti nell’arco di 36 ore rende chiaro che affrontare l’impunità che fa da contorno a simili atrocità è una questione che non può più aspettare”, ha commentato Human Rights Watch. “Il nuovo presidente dovrebbe rendere oggi una priorità il fatto di indagare su questi omicidi”, aggiunge l’organizzazione.