New York (New York, Usa), 26 set. (LaPresse) – Nuova giornata di intenso dibattito alla 67esima Assemblea generale delle Nazioni unite. Dopo che ieri l’attenzione è stata rivolta al segretario generale Ban Ki-moon e al discorso del presidente Usa Barack Obama, oggi gli occhi dell’Italia saranno sul presidente del Consiglio Mario Monti, che interverrà alle 13.45 (le 19.45 italiane). Grande attesa c’è anche per il debutto del presidente egiziano Mohammed Morsi, eletto a giugno nelle prime elezioni libere del Paese, già intervenuto alla Clinton Global Initiative, che parlerà davanti all’Assemblea nella sessione mattutina. Questa sarà aperta dal capo di Stato dello Yemen, Abdrabuh Mansour Hadi Mansour, a sua volta uno dei protagonisti della transizione in Medioriente. Proprio lui infatti è stato incaricato di prendere il posto di Ali Abdullah Saleh, dopo un difficile accordo per il passagio di poteri.
Grande attenzione per il premio Nobel per la pace Ellen Johnson-Sirleaf, presidente della Liberia, e soprattutto per Mahmoud Ahmadinejad, il presidente iraniano, in quello che potrebbe essere il suo ultimo discorso davanti all’Assemblea generale. Nel 2013 infatti, in Iran si terranno le elezioni presidenziali e lui ha già fatto sapere che non si ricandiderà. Ieri la questione del programma nucleare di Teheran è stata tirata in ballo da Obama e oggi c’è chi si attende una risposta dell’interessato. Molti anche i leader europei attesi. Dopo il discorso di ieri del presidente francese François Hollande, oggi interverranno infatti, oltre a Monti, il premier britannico David Cameron, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, e il primo ministro belga Elio Di Rupo.
Tanti altri i nomi che si alterneranno. Occhi puntati sul presidente del Guatemala Otto Fernando Pérez Molina, che nei mesi passati ha avanzato l’ipotesi di legalizzare la droga per sconfiggere la piaga del narcotraffico; il capo di Stato colombiano Juan Manuel Santos, che aperto dopo anni di guerra civile a una speranza di negoziati con le Farc; il presidente di Haiti Michel Joseph Martelly, che sta guidando il Paese caraibico nella difficile ripresa post-terremoto; il capo di Stato ucraino Viktor Yanukovych, contestato negli ultimi mesi per la questione dei diritti umani, in merito alla detenzione della rivale politica Yulia Tymoshenko, riconosciuta colpevole di abuso d’ufficio; e quindi il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe.
Da segnalare infine un fuori programma interessante: l’intervento in un evento a margine dell’Assemblea di Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, che si collegherà in videoconferenza con il ministro degli Esteri ecuadoriano Ricardo Patino, direttamente da Londra, per discutere della sua vicenda.
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