Beirut (Libano), 19 set. (LaPresse/AP) – Il governo siriano ha condotto bombardamenti aerei e attacchi con artiglieria in zone residenziali, il cui obiettivo non era colpire combattenti dell’opposizione, ma punire civili che simpatizzano con i ribelli. È la denuncia lanciata da Amnesty International in un rapporto elaborato in seguito alla visita in Siria della ricercatrice del gruppo per i diritti umani, Donatella Rovera, che ha viaggiato in 26 città e villaggi nell’area di Jabal al-Zawiya e in altre zone delle province di Idlib e Hama tra il 31 agosto e l’11 settembre.
BOMBARDAMENTI INDISCRIMINATI. “Le forze governative – ha dichiarato la Rovera – ora colpiscono sistematicamente città e villaggi usando armi da guerra che non possono essere indirizzate verso obiettivi precisi, sapendo che le vittime di questi attacchi indiscriminati saranno quasi sempre civili. Armi del genere non dovrebbero mai essere usate nei centri abitati”. Attualmente, riferisce il gruppo, il regime utilizza quotidianamente bombe a caduta libera e altre armi imprecise, come artiglieria e mortai, contro zone residenziali, aumentando in maniera significativa il numero di vittime civili. “Simili attacchi indiscriminati – si legge nel rapporto – violano i provvedimenti fondamentali del diritto internazionale umanitario, perché non distinguono tra obiettivi militari e civili”.
ACCUSE ANCHE A OPPOSIZIONE. Amnesty critica nel rapporto anche i combattenti dell’opposizione, accusandoli di violazioni dei diritti umani e sottolineando che entrambe le parti del conflitto operano e lanciano attacchi da zone residenziali, aumentando così i rischi per i civili. La denuncia è tuttavia rivolta soprattutto alle truppe del regime che conducono bombardamenti casuali, il che suggerisce che l’obiettivo dei raid “potrebbe essere punire i residenti delle città e dei villaggi sotto il controllo effettivo delle forze dell’opposizione”. Nelle ultime settimane i combattimenti tra l’esercito e ribelli si sono concentrati soprattutto ad Aleppo, ma secondo Amnesty centinaia di civili sono stati uccisi e feriti in altre zone nel nord e nel centro della Siria. Molte delle vittime, riferisce l’organizzazione, sono bambini, colpiti in attacchi alle loro case o in strada, mentre cercavano un riparo dai bombardamenti.
LA SOFFERENZA DELLA POPOLAZIONE. “L’attenzione del mondo – ha aggiunto la Rovera – si è prevalentemente concentrata sui combattimenti ad Aleppo e Damasco. Ma l’orrore che gli abitanti di Idlib, Jabal al-Zawiya e Hama nord vivono ogni giorno è semplicemente straziante. Questi attacchi indiscriminati costituiscono crimini di guerra”. Nel rapporto Amnesty descrive nel dettaglio attacchi indiscriminati avvenuti nel nord della Siria in zone non interessate da combattimenti o attività dell’opposizione, in cui sono rimasti uccisi civili. Il 14 agosto scorso quattro bambini tra i 18 mesi e gli 11 anni di età sono stati uccisi da una bomba lanciata da un aereo sulla loro casa nel villaggio di Shellakh, vicino a Idlib. La bomba ha fatto crollare il secondo piano dell’edificio sul primo, dove i bambini stavano giocando. Abitanti di villaggi siriani, fa sapere Amnesty, si nascondono in vecchie cantine per proteggersi da bombardamenti e alcune famiglie hanno scavato rifugi sotterranei vicino alle loro case. – Twitter @kozikkarolina