Washington (Usa), 16 set. (LaPresse/AP) – Il problema persistente di falsi soldati e poliziotti afghani che rivolgono le armi contro i militari Nato in Afghanistan è una “minaccia molto seria” per la riuscita della missione militare. Lo afferma il generale dell’esercito Usa, Martin Dempsey, come riporta il servizio di informazioni del Pentagono, American Forces Press Service, sottolineando che il governo di Kabul deve prendere sul serio la questione come fanno gli ufficiali statunitensi. “Siamo tutti presi dal problema – ha detto Dempsey – non possiamo nasconderlo. Dobbiamo convincerci che occorre lavorare di più per combatterlo. Qualcosa deve cambiare”. Quest’anno gli infiltrati tra gli statunitensi e le truppe alleate hanno fatto 51 vittime tra i militari della missione, soprattutto tra gli americani. “Dobbiamo assicurarci – ha proseguito il generale Usa – che le nostra controparti afgane siano impegnate in questo come lo siamo noi. Si tratta di una minaccia molto seria per la missione”. Dempsey ha parlato a seguito di una riunione della Nato in Romania, precisando che il problema è stato discusso insieme con la stratagia da portare avanti nei prossimi due anni che rimangono alla fine della missione. Inoltre il generale ha spiegato che l’attacco di venerdì a Camp Bastion, una base aerea britannica nella provincia di Helmand, non dovrebbe essere classificato come un’azione di insider anche se gli aggressori indissavano uniformi Us Army, perché a un primo esame risulta che tra di loro nessuno lavorasse all’interno della base.