Ban Ki-moon: Libia accusi o liberi 7mila arrestati durante guerra

Ban Ki-moon: Libia accusi o liberi 7mila arrestati durante guerra

New York (New York, Usa), 11 set. (LaPresse/AP) – “Invito la leadership della Libia ad accelerare l’adozione di misure che permetteranno di accusare formalmente o rilasciare i detenuti arrestati durante la guerra civili, in modo che nessuno rimanga al di fuori dal quadro della legge”. Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, in un rapporto sulla Libia presentato al Consiglio di sicurezza. Circa settemila persone detenute durante la rivolta contro il regime di Muammar Gheddafi sono ancora in carcere.

Le elezioni per l’Assemblea nazionale che si sono tenute lo scorso 7 luglio, ha sottolineato Ban, hanno segnato “una pietra miliare” nella transizione della Libia verso uno Stato democratico moderno, ma il Paese deve affrontare gravi sfide politiche e in materia di sicurezza. Il segretario ha citato il riaccendersi di alcuni conflitti locali e l’instabilità nell’est della Libia, nonché le “enormi sfide” quali la sicurezza ai confini, la proliferazione di armi, la riconciliazione nazionale e la ricostruzione del sistema giudiziario.

Il leader delle Nazioni unite si è detto preoccupato per la durata media della detenzione e per il trattamento riservato ai prigionieri, citando casi di maltrattamenti e torture, come quello dei tre uomini morti lo scorso 13 aprile in un carcere gestito dalle autorità di Misurata. “Le assicurazioni da parte di funzionari libici che hanno promesso di indagare sulle torture e sui maltrattamenti e di punire i responsabili – ha notato Ban – non si sono trasformate in un’azione reale”. Circa tremila persone, ha precisato il segretario, sono detenute in carceri gestite dal ministero della Giustizia libico, mentre altre 2.600 sono in prigioni controllate da consigli militari o da forze di sicurezza locali. La maggiore parte di questi detenuti non è stata incriminata ed è soggetta ad abusi. Il capo dell’Onu non ha rivelato dove vengono detenuti gli altri prigionieri, circa 1.400.

Quasi tutti i giudici e procuratori libici, si legge nel rapporto, sono tornati al lavoro, ma in molte parti del Paese vengono minacciati o intimiditi da milizie rivoluzionarie e, in alcuni casi, da lealisti dell’ex regime. Di conseguenza in molte città si tengono soltanto udienze in processi civili. I leader libici, ha affermato Ban, devono “formare un nuovo governo che sia comprensivo, ampiamente partecipato e che abbia il sostegno del popolo”. – Twitter @kozikkarolina

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