L’Avana (Cuba), 8 set. (LaPresse/AP) – Un rifiuto del presidente Juan Manuel Santos di un cessate il fuoco non farà fallire i colloqui di pace in programma a ottobre a Oslo, in Norvegia. Lo ha dichiarato in un’intervista esclusiva ad Associated Press, dall’Avana, Marco Calarca, portavoce delle Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia. Attualmente, ha spiegato Calarca, ci sono molti ostacoli da superare in vista dell’incontro, ma il rifiuto della proposta di una tregua non è insormontabile.

Stessa cosa, ha aggiunto il portavoce, per quanto riguarda la richiesta dei guerriglieri di liberare Ricardo Palmera, alias ‘Simon Trinidad’, al fine di farlo partecipare ai colloqui. Membro di alto livello delle Farc ed ex negoziatore di pace, dopo essere stato catturato Palmera è stato estradato negli Usa alla fine del 2004. “Questi ostacoli – ha dichiarato Calarca – non sono nulla se paragonati con tutto ciò che abbiamo accumulato in cinquant’anni di violenze, che stiamo provando a risolvere attraverso il dialogo. In questo senso, guardando alle cose in modo ottimistico, pensiamo non esistano problemi che non possiamo risolvere”.

I ribelli hanno annunciato martedì che il cessate il fuoco è in cima all’agenda dei negoziati, ma il presidente Santos ha subito respinto la proposta. “Non ci sarà alcun cessate il fuoco. Non concederemo nulla fino all’accordo finale e voglio che sia chiaro”, ha dichiarato giovedì notte il capo di Stato. Dieci anni fa, i negoziati di pace sono naufragati dopo che la Colombia ha ceduto una zona del suo territorio come rifugio sicuro alle Farc, le quali però lo hanno utilizzato come base per continuare la guerriglia altrove.

“La questione che riguarda Simon (Trinidad, ndr) – ha specificato il portavoce del gruppo – è al tavolo dei negoziati, le valuteremo e cercheremo di definire come possa essere presente. Non pensiamo che sia produttivo togliere questa discussione dal tavolo”. Sulla tregua il gruppo ribelle è piuttosto deciso. Sul punto Calarca ha aggiunto: “Non stiamo dicendo che senza il cessate il fuoco non inizieranno i colloqui, ma facciamo appello al senso comune. Se abbiamo intenzione di parlare e siamo inclini alla pace, cerchiamo di non causare altri danni”.

Il portavoce ha quindi osservato che gli accordi preliminari per i negoziati includono anche una richiesta agli altri gruppi armati del Paese, come l’Esercito di liberazione nazionale, di contribuire al rispetto della pace. “Diciamo ai nostri compagni dell’Eln: pensate alla proposta, perché noi sappiamo che (la pace, ndr) è anche parte dei vostri obiettivi strategici”. Da parte sua, l’Eln ha già espresso la volontà di entrare nel processo di pace e Santos ha accolto la notizia con favore.

Calarca ha infine sottolineato che le Farc sono aperte alla partecipazione ai colloqui di importanti personalità internazionali, come l’ex presidente Usa Jimmy Carter che si è offerto di dare il proprio contributo. Ma al momento ancora nulla è stato deciso in questo senso. “Non abbiamo accettato, ma ne abbiamo discusso”, ha spiegato Calarca, che poi ha aggiunto: “Tutti coloro che vogliono aiutare il processo sono ben voluti. Non solo li accettiamo, ma li invitiamo”.

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