Pakistan, accusò bambina di blasfemia: imam arrestato

Islamabad (Pakistan), 31 ago. (LaPresse/AP) – Le autorità pakistane hanno arrestato Khalid Chishti, l’imam che ha tacciato di blasfemia una ragazzina cristiana accusandola di aver bruciato alcune pagine del Corano. Il caso ha creato indignazione in tutto il mondo, anche perché secondo alcune fonti la ragazza, arrestata in seguito alla denuncia, sarebbe affetta da sindrome di Down.

LA MANIPOLAZIONE DELLE PROVE. Come riferisce Munir Jaffery, ufficiale che si sta occupando del caso, l’imam è accusato di aver manipolato le prove, inserendo pagine del Corano in una borsa della spesa contenente carta bruciata e cenere che la ragazzina aveva con sé. A denunciare il comportamento sospetto è stato un membro della stessa moschea dove lavora il religioso. La borsa è stata assunta come prova. Il voltafaccia della vicenda potrebbe ora portare a un rilascio immediato della giovane

IMAM IN TRIBUNALE. In mattinata, l’uomo è comparso in tribunale. Con una benda bianca sugli occhi e le catene alle mani, è entrato in aula attorniato da una grande folla. “Non ho fatto nulla di male, è tutta una macchinazione”, ha dichiarato ai giornalisti con aria di sfida. “Questo voltafaccia – ha commentato il suo avvocato, Rao Abdur Raheem – è volto a scoraggiare le denunce nell’ambito della legge sulla blasfemia”.

AVVOCATI SPERANO IN LIBERAZIONE DELLA RAGAZZA. Positivi invece i commenti degli avvocati della famiglia della giovane, che ora si riuniranno per discutere come comportarsi in seguito all’arresto dell’imam. “Questi sviluppi dimostrano che siamo sulla giusta strada”, ha affermato il legale Tahir Naveed Chaudhry. “Sicuramente – ha aggiunto – la ragazza sarà rilasciata”. L’avvocato ha inoltre ammesso che il caso potrebbe portare a cambiamenti in ambito legale, tuttavia ha specificato: “Il nostro problema non riguarda questa legge. Essa è fatta per il miglioramento della società. Ciò che va fermato è il suo cattivo uso e abuso”.

LA VICENDA. La piccola era stata fermata lo scorso 16 agosto, dopo che un gruppo di vicini l’aveva accerchiata accusandola di aver bruciato frammenti del libro sacro dell’islam. Successivamente l’imam arrestato ieri ha presentato una denuncia nei suoi confronti. Una commissione medica ha stabilito che la ragazza ha 14 anni e sarebbe appunto affetta da sindrome di Down, ma la famiglia e alcuni attivisti per i diritti umani, sostengono che abbia appena 11 anni. L’età, in caso di processo, è una discriminante per decidere se il caso debba essere trattato da un tribunale per minorenni. Subito dopo l’arresto della giovane il presidente pakistano Asif Ali Zardari aveva diffuso un comunicato chiedendo di lanciare un’indagine sull’accaduto.

LA QUESTIONE BLASFEMIA. La vicenda ha costretto centinaia di cristiani del quartiere dove vive la ragazzina a lasciare le proprie case, per il timore di rappresaglie. L’accusa di blasfemia in Pakistan è molto grave. L’anno scorso due politici che avevano proposto di abrogare la legge che punisce il reato sono stati uccisi. A luglio scorso, invece, un uomo accusato di comportamenti blasfemi è stato trascinato da una stazione di polizia nel centro del Paese, picchiato a morte e poi il suo corpo è stato dato alle fiamme.