Avamposto di Migron (Cisgiordania), 2 set. (LaPresse/AP) – Si è concluso lo sgombero dell’insediamento illegale di coloni israeliani di Migron, a 14 chilometri a nord di Gerusalemme, in Cisgiordania. Attorno a mezzogiorno tutti i 300 residenti avevano lasciato l’area, due giorni prima della scadenza ultima fissata dalla Corte suprema. La maggior parte del coloni ha lasciato l’insedimento in modo pacifico, ma gli agenti sono dovuti intervenire per trascinare via alcuni giovani che si erano asserragliati in una roulotte. Un altro gruppo è salito sul tetto di una casa per sventolare una grande bandiera israeliana. In tutto la polizia ha arrestato otto ragazzi, nessuno dei quali residente, che si erano recati a Migron per contestare lo sgombero.
Attualmente sono circa 500mila gli israeliani che vivono nelle terre occupate palestinesi, quasi tutti nella zona di Gerusalemme est e in insediamenti in Cisgiordania. Ma molte migliaia vivono anche in decine di avamposti non autorizzati. Il governo di Tel Aviv ha promesso più volte di rimuovere gli insediamenti privi di permesso, ma in realtà finora ha portato a termine ben poche azioni. Talvolta le autorità si sono anche rese complici, per esempio collegando le case dei coloni alla rete elettrica.
Costruito dagli ultranazionalisti nel 2001, Migron era tra i più grandi insediamenti israeliani, considerato da molti come simbolo del rifiuto del governo di affrontare la potente lobby dei coloni. Lo scorso anno, la Corte suprema ha determinato che l’avamposto era stato costruito su terreni privati palestinesi e che doveva essere smantellato, ma le richieste del governo e dei coloni hanno ritardato le operazioni fino a oggi. Dopo aver acconsentito a vari rinvii negli ultimi mesi, la Corte aveva fissato martedì come ultimo giorno possibile per l’evacuazione.
Felici per la conclusione della vicenda sono gli attivisti. I coloni israeliani, ha commentato Hagit Ofran, del gruppo Peace Now, “sono utilizzati per mettere sul terreno fatti che poi diventano le politiche israeliane. Siamo riusciti a provare che non sono al di sopra della legge”.