Islamabad (Pakistan), 31 ago. (LaPresse/AP) – Un tribunale pakistano ha prolungato per altre due settimane la detenzione della bambina cristiana accusata di blasfemia per aver bruciato alcune pagine del Corano. L’avvocato della ragazza, Tahir Naveed Chaudhry, ha spiegato che si tratta di una decisione procedurale, dato che il periodo di detenzione iniziale era finito ieri, e ha aggiunto di voler ottenere il rilascio su cauzione nell’udienza che si terrà domani. La tv ha trasmesso le immagini della ragazza in aula, circondata da poliziotti e coperta da un velo bianco per nascondere la sua identità.
La giovane era stata fermata lo scorso 16 agosto, dopo che un gruppo di vicini l’aveva accerchiata accusandola di aver bruciato frammenti del libro sacro dell’islam. Successivamente uno dei vicini ha presentato una denuncia nei suoi confronti. Una commissione medica ha stabilito che la ragazza ha 14 anni e secondo alcune fonti sarebbe affetta da sindrome di Down. Ieri l’avvocato dell’uomo che ha sporto la denuncia ha messo in dubbio la validità del rapporto che accerta l’età della ragazzina. Se i 14 anni saranno confermati, il caso sarà gestito da un tribunale per i minorenni, che di solito applica pene meno severe nei confronti degli imputati.
Il caso della ragazza ha attirato nuovamente l’attenzione sulla legge sulla blasfemia in vigore in Pakistan, che può comportare la condanna all’ergastolo o perfino alla pena di morte. I cristiani che abitavano nello stesso quartiere della ragazza sono andati via per paura di rappresaglie da parte di vicini musulmani.
Lunedì un consiglio che unisce i religiosi musulmani in Pakistan aveva tenuto una conferenza stampa con i rappresentanti della Lega interconfessionale pakistana, chiedendo l’apertura di un’indagine per verificare se la ragazza sia stata accusata per motivi legati all’estremismo religioso. Subito dopo l’arresto della giovane, il presidente pakistano Asif Ali Zardari aveva diffuso un comunicato chiedendo di lanciare un’indagine sull’accaduto, ma da allora non si è più pronunciato in materia. La legge sulla blasfemia ha sollevato questioni molto delicate in Pakistan; l’anno scorso sono stati uccisi due politici che avevano proposto di abrogarla.