Mosca (Russia), 17 ago. (LaPresse/AP) – Sono state giudicate colpevoli le tre componenti delle Pussy Riot, gruppo russo diventato il simbolo del dissenso contro Vladimir Putin dopo aver cantato una ‘preghiera punk’ critica nei confronti del presidente russo dentro la cattedrale Cristo salvatore di Mosca. L’udienza per la lettura del verdetto è iniziata alle 13 ora italiana. Oggi sono state organizzate in tutta Europa manifestazioni di protesta per chiedere il rilascio delle ragazze. Diverse star internazionali sono scese in campo per le giovani artiste, tra cui Madonna, Bjork e l’ex Beatle Paul McCartney. Marce di protesta si terranno, tra gli altri Paesi, anche in Svezia, Francia e Germania. Le tre componenti del gruppo, Nadezhda Tolokonnikova, 23 anni, Maria Alekhina, 24 anni, e Yekaterina Samutsevich, 29 anni, sono in custodia da cinque mesi. Per loro la procura ha chiesto una pena di tre anni di carcere. Le mie assistite “sperano in un’assoluzione, ma sono pronte a continuare a combattere”, ha commentato l’avvocato difensore delle ragazze Nikolai Polozov.
In mattinata sono stati rafforzati i sistemi di sicurezza attorno al tribunale. Nei giorni scorsi lo stesso Putin aveva detto di sperare che la sentenza non fosse “troppo severa”. Il caso ha scatenato le critiche internazionali e da molti è stato visto come ennesimo esempio del pugno di ferro del governo e delle autorità statali contro il dissenso. Negli ultimi mesi la Russia ha attirato critiche anche per l’approvazione di un paio di provvedimenti controversi. Il primo prevede l’innalzamento delle multe di 150 volte per coloro che prendono parte a manifestazioni non autorizzate. Il secondo chiede che le organizzazioni non governative che sono finanziate dall’estero e svolgono attività politiche si registrino come “agenti stranieri”.