Afghanistan, 6 soldati Nato uccisi: allarme attacchi da truppe locali

Kabul (Afghanistan), 11 ago. (LaPresse/AP) – Un afghano che lavorava a una installazione condivisa da forze militari locali e straniere ieri ha sparato a tre soldati della Nato nel sud dell’Afghanistan, uccidendoli. Il fatto è avvenuto poche ore dopo che un poliziotto locale aveva ucciso tre soldati stranieri con cui collaborava, in una base militare della stessa provincia di Helmand.

Il numero dei soldati della coalizione internazionale uccisi ieri nel Paese è così salito a sei, secondo i bilanci ufficiali. La notizia, resa nota oggi, arriva mentre continua a crescere il numero degli attacchi definiti ‘green on blu’, ovvero ‘verde su blu’, commessi cioé da poliziotti o soldati afghani o da uomini vestiti con le loro divise contro militari stranieri. Quest’anno gli attacchi ‘verde su blu’ sono stati 26 e hanno causato la morte di 34 soldati, secondo i dati della Nato. Gli ultimi quattro sono avvenuti nell’ultima settimana. La coalizione sostiene però che, nonostante l’aumento, gli attacchi non stiano impedendo il processo di trasferimento della sicurezza alle forze afghane, da compiersi entro la fine del 2014.

Nel primo episodio di ieri, un agente della polizia nazionale ha sparato a tre marines, uccidendoli, dopo aver pranzato con loro prima dell’alba nel distretto di Sangin. Un funzionario della Difesa americana ha confermato che si trattava di marines. Più tardi, sempre ieri, “le ultime informazioni disponibili” fornite dalla Nato hanno fatto sapere che un lavoratore locale più a sud nella provincia ha ucciso altri tre soldati stranieri, secondo quanto riferito dalla portavoce della coalizione a Kabul, maggiore Lori Hodge. In questo caso non è ancora certo che l’assalitore indossasse una uniforme, ma una indagine è in corso. Entrambi gli aggressori sono stati arrestati.

I talebani hanno rivendicato la responsabilità di entrambe le violenze di ieri, commesse nell’area in cui l’influenza degli insorti è particolarmente forte. Gli attacchi, oltre a sottolineare la sfiducia e le difficili relazioni tra le forze internazionali e gli agenti locali che stanno addestrando, hanno sollevato dubbi sulla qualità delle forze afghane che hanno già assunto parte degli incarichi di sicurezza.