New York (New York, Usa), 3 ago. (LaPresse/AP) – L’Assemblea generale delle Nazioni unite ha approvato una risoluzione che condanna le repressioni del regime siriano e critica il Consiglio di sicurezza per non aver preso azioni per contrastare le violenze. “Il primo passo per cessare le violenze – si legge nel testo del documento – deve essere fatto dalle autorità siriane”. La risoluzione richiede alla Siria di evitare l’uso di armi biologiche e chimiche e di lasciarle in depositi sicuri. Il documento è stato adottato in seguito al veto posto da Russia e Cina alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza che prevedevano sanzioni contro il regime di Damasco. La risoluzione è passata a larghissima maggioranza, con 133 voti a favore, 12 contrari e 31 astenuti.
I Paesi arabi che hanno stilato il testo del documento approvato oggi avevano rinunciato nei giorni scorsi a due importanti richieste: dimissioni del presidente Bashar Assad e sanzioni contro la Siria. Si tratta dei due punti della bozza osteggiati da Russia, Cina, Brasile e India. Le risoluzioni dell’Assemblea generale non sono vincolanti, ma hanno un importante valore simbolico.
La risoluzione denuncia le violenze contro i bambini da parte del governo siriano, servizi di intelligence militare e varie milizie, nonché “uccisioni e mutilazioni, arresti arbitrari, detenzioni, torture e maltrattamenti, tra cui violenze sessuali, e infine l’uso di scudi umani”. Il documento condanna inoltre l’utilizzo da parte dell’esercito di Damasco di armi pesanti, tra cui carri armati ed elicotteri e “il mancato ritiro delle truppe e delle armi pesanti nelle basi dell’esercito”, come prevedeva il piano di Kofi Annan. Circa 19mila persone hanno perso la vita dall’inizio della rivolta antigovernativa in Siria a marzo del 2011. Secondo l’Onu, circa 1,5 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case a causa delle violenze.
“Gli atti di brutalità di cui abbiamo notizia possono costituire crimini contro l’umanità o crimini di guerra. Bisogna indagare su questi atti e portare i responsabili davanti alla giustizia”, ha commentato il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-Moon a proposito delle ultime violenze in Siria, in particolare nella città di Aleppo. Il segretario ha parlato davanti all’Assemblea generale dell’Onu, che poco dopo il suo discorso ha approvato la risoluzione. Ban ha paragonato l’incapacità della comunità internazionale ad agire in Siria a quello che era successo a Srebrenica e in Ruanda. “Il conflitto in Siria – ha aggiunto il segretario – è un test per tutto quello che rappresenta questa organizzazione e non voglio che le Nazioni unite falliscano questo test”.