Bucarest (Romania), 29 lug. (LaPresse/AP) – Per meno di mezzo punto percentuale, il referendum nazionale sulla destituzione del presidente romeno Traian Basescu non è da considerarsi valido. Lo ha riferito in tarda serata la commissione elettorale centrale, secondo cui alle 23 l’affluenza registrata è stata del 45,92%.
Era la seconda volta in cinque anni che veniva chiesto l’impeachment per il capo di Stato. Un tentativo fallito in entrambi in casi. In questa occasione Basescu era accusato di aver violato la Costituzione intromettendosi nei compiti prerogativa del governo, favorendo gli amici e usando i servizi segreti contro i nemici personali. Il presidente ha però sempre definito la richiesta come una vendetta politica ordita dagli oppositori, che a suo parere vorrebbero mettere le mani sui fondi europei e sul sistema della giustizia. “I romeni hanno invalidato il referendum non partecipando al voto”, ha commentato poco prima dei dati ufficiali sull’affluenza lo stesso Basescu. Secondo gli exit poll, oltre l’80% dei cittadini che si sono recati ai seggi avrebbe tuttavia votato sì alla destituzione.
La destituzione del presidente era stata approvata lo scorso 6 luglio dal Parlamento con 256 voti favorevoli e 114 contrari. Da allora Basescu è stato sospeso e il ruolo di capo di Stato ad interim è stato assunto dal presidente del Senato, Crin Antonescu. Spettava tuttavia ai cittadini la scelta di confermare o meno la decisione del Parlamento, proprio attraverso il referendum. Una procedura di impeachment simile nei suoi confronti era già stata avviata nel 2007, ma anche in quel caso il presidente l’aveva spuntata.
Basescu, 60 anni, ex capitano di navi e capo di Stato dal 2004, è coinvolto in uno scontro di potere con il primo ministro Victor Ponta, che si è acuito nelle ultime settimane. Il governo ha cambiato la legge per rendere più facile la destituzione del presidente. Ponta ha inoltre emesso un decreto che riduce i poteri della Corte costituzionale relativamente alle sentenze sulle leggi approvate dal Parlamento. Il premier, tra l’altro, ha ignorato la decisione della Corte secondo cui la Romania avrebbe dovuto essere rappresentata al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno da Basescu e non da lui, ed è partito comunque per Bruxelles. Le tensioni nel Paese hanno suscitato molte reazioni da parte dell’Ue, che ha più volte espresso preoccupazioni per lo stato della democrazia in Romania.
Nelle proteste di gennaio contro le misure di austerità i dimostranti scesi a migliaia in piazza a Bucarest hanno più volte chiesto le dimissioni di Basescu, accusandolo di essere responsabile dell’impoverimento della popolazione con l’imposizione di misure anti crisi. Basescu sostiene invece di aver guidato il Paese attraverso la crisi finanziaria del 2008, di aver migliorato le relazioni bilaterali con la Moldavia, che faceva parte della Romania fino al 1940, e di aver reso Bucarest un partner affidabile per la Nato e per gli Stati Uniti.