Usa, aperta a Washington conferenza mondiale sull’Aids

Washington (Usa), 23 lug. (LaPresse/AP) – Si è aperta a Washington, negli Stati Uniti, la conferenza mondiale sull’Aids. Ricercatori, medici e pazienti si confronteranno sul tema fino al 27 luglio. Alla conferenza partecipano oltre 20mila persone fra scienziati e sieropositivi, che discuteranno dei progressi nelle protezioni pratiche e di quali miglioramenti siano possibili. La conferenza riprende oggi alle 8.40 della costa est degli Usa, le 16.40 in Italia.

Nonostante ancora non esistano una cura o un vaccino, gli scienziati affermano di essere finalmente entrati in possesso di strumenti utili ad arginare la diffusione del virus dell’Hiv, per lo più con trattamenti che non fanno guarire i pazienti ma li rendono meno contagiosi. “Le generazioni future conteranno sul nostro coraggio di pensare in grande, essere audaci e cogliere le opportunità che abbiamo di fronte a noi”, ha detto la dottoressa Diane Havlir dell’università di California San Francisco, co-presidente della conferenza. “Dobbiamo essere risoluti e non andare mai indietro”, ha affermato la dottoressa Elly Katabira, presidente dell’International Aids society, intervenendo alla sessione di apertura.

I nuovi studi insistono sul fatto che trattare i sieropositivi prima che si ammalino di Aids non è soltanto una misura che salva delle vite, ma riduce anche le possibilità di diffondere il virus tramite il sesso. Il dottor Anthony Fauci, noto immunologo impegnato nella ricerca sull’Aids, spiega che le regioni che hanno iniziato a trattare con anticipo i pazienti hanno notato un calo nelle infezioni, da San Francisco a Washington al Sudafrica. Per quanto riguarda le persone sane, invece, possono assumere dosi giornaliere del farmaco Truvada per diminuire il rischio di essere contagiate da sieropositivi con i quali hanno rapporti sessuali.

A pesare sulla lotta all’Aids è anche, in un periodo di crisi come questo, l’aspetto economico. Sono 34,2 milioni le persone che vivono con il virus Hiv nel mondo e, nonostante il numero di nuovi contagi stia lentamente calando, ogni anno sono 2,5 milioni i nuovi casi registrati. L’anno scorso nel mondo sono stati investiti 16,8 miliardi di dollari contro l’Aids nelle nazioni povere, le più colpite. Tuttavia ci vorrebbero ancora sette miliardi per raddoppiare entro il 2015 il numero persone che ricevono i farmaci per sopravvivere, attualmente otto milioni. “Questa differenza sta uccidendo le persone”, ha detto Michel Sidibe, a capo dell’UnAids, agenzia dell’Onu contro la malattia. “Amici miei, la fine dell’Aids non è gratuita. Non è troppo costosa. Non ha prezzo”, ha aggiunto parlando alla conferenza.

Oltre mille persone sieropositive hanno marciato a Washington ieri in vista del congresso per invitare le autorità e la società civile a prestare attenzione all’Aids di cui, a loro parere, negli Usa non si parla abbastanza. “Siamo persone comuni, chiunque può cogliere il messaggio”, ha detto Ann Dixon, arrivata da Little Rock in Arkansas e che ha scoperto di essere sieropositiva nel 1997.