Tripoli (Libia), 18 lug. (LaPresse/AP) – Solo una donna e nessun rappresentante del partito islamico al-Watan siederanno nel Congresso nazionale generale della Libia, secondo i dati finali diffusi ieri dalla Commissione elettorale dopo le prime elezioni libere dalla caduta di Muammar Gheddafi. I dati non ufficiali sulla rappresentanza femminile sono stati smentiti, perché avevano annunciato che le donne sarebbero state 33, tutte nei seggi destinati ai partiti. Altra sorpresa il fatto che il partito islamico al-Watan, guidato dall’ex jihadita ed ex comandante ribelle Abdel-Hakim Belhaj, non abbia ottenuto alcuni seggio.

La notizia è una sconfitta per gli islamisti libici, soprattutto dopo che in altri Paesi coinvolti dalla Primavera araba i partiti islamici sono invece riusciti a salire al potere. È successo in Egitto e in Tunisia. In Libia, dove la struttura del Parlamento dipende molto dalla posizione dei candidati indipendenti, il risultato finale resta incerto. Le elezioni sono però state un passo fondamentale per il Paese, dopo 42 anni di regime di Gheddafi e con la fine del governo ad interim del Consiglio nazionale di transizione. Successo anche per l’alta affluenza al voto: secondo la commissione elettorale alle elezioni del 7 luglio ha partecipato il 62% degli aventi diritto.

A vincere le elezioni è stato Alleanza per le forze nazionali, partito laico dell’ex premier libico ad interim Mahmoud Jibril, con 39 seggi. Lo schieramento Giustizia e costruzione, dei Fratelli musulmani, ne ha invece ottenuti 17 arrivando secondo, ma potrebbe comunque entrare in un governo di coalizione. L’assemblea è costituita da 200 seggi, 80 destinati ai rappresentanti di partito e 120 ai candidati indipendenti. Gli equilibri di potere dipendono ampiamente da questi ultimi, i cui orientamenti non sono però del tutto chiari.

Hamada Siyala, portavoce dell’Alleanza, ha suggerito che gli islamisti non debbano essere però esclusi: “Chiediamo la formazione di un governo di unità. Il prossimo passo è un passo nazionale, che ha bisogno di tutti gli sforzi e della partecipazione di tutti i libici”, ha detto ad Associated Press. “Consideriamo – ha aggiunto – gli altri partecipanti alle elezioni dei partner, non dei nemici”.

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