New York (New York, Usa), 16 lug. (LaPresse/AP) – Le persone si informano sempre di più attraverso YouTube, anche se le notizie veicolate dalla piattaforma di video-sharing sono un po’ diverse da quelle tradizionali, visto che il sito unisce forme di giornalismo tradizionale a contenuti caricati da normali utenti. È quanto emerge da una ricerca realizzata dal Pew Research Center’s Project for Excellence in Journalism che ha analizzato per 15 mesi i più popolari video di notizie pubblicati sul portale. “Su questa piattaforma – commenta Amy Mitchell, vicedirettore del Centro – esiste una nuova forma di video giornalismo. È un mondo in cui le relazioni tra organi di informazione e cittadini sono più dinamiche rispetto a quelle viste su altre piattaforme in precedenza”.
Oltre un terzo dei video più cliccati dagli utenti sono stati realizzati da cittadini. Più della metà provengono da organismi di informazione, ma talvolta questi includono a loro volta immagini girate da utenti di YouTube. L’evento più seguito durante il periodo della ricerca è stato il terremoto dell’11 marzo dello scorso anno in Giappone, a cui ha fatto seguito un devastante tsunami. I video più guardati su questo evento comprendono immagini di varia provenienza, come telecamere di sorveglianza, oppure filmati girati da una rete di notizie e da una nave della guardia costiera nipponica. Tra gli altri eventi molto popolari, le elezioni in Russia, le rivolte del Medioriente e l’affondamento della Costa Concordia all’Isola del Giglio.
La ricerca mette in luce che YouTube si è effettivamente trasformato in una arena globale per le notizie, dove video professionali e amatoriali si fondano e sono resi fruibili on-demand. Tuttavia, questo nuovo tipo di situazione solleva inevitabilmente la questione dell’autenticità. Benché YouTube abbia rigide linee guida per i video di informazione, esse non vengono sempre seguite e alcuni video diventano virali nonostante la loro incerta provenienza. “Questa – commenta ancora Mitchell – è una piattaforma giovane e ci sono certamente aspetti dell’interazione e di come l’informazione entra in circolo che sono ancora in fase di elaborazione”.