Beirut (Libano), 16 lug. (LaPresse/AP) – Ribelli e soldati fedeli al presidente Bashar Assad si sono scontrati nel centro di Damasco, dopo i combattimenti che già ieri si erano verificati nei pressi della capitale. A causa delle ultime violenze, spiegano gli attivisti, è stata temporaneamente chiusa la strada che collega l’aeroporto internazionale di Damasco alla zona sud della città. “Sembra emergere una nuova strategia, che sta portando i combattimenti nel centro della capitale”, ha riferito Mustafa Osso, attivista residente in Siria. “La capitale era un luogo sicuro in passato. Questo disturberà il regime”, ha proseguito, riferendosi ai combattenti dell’Esercito libero siriano. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha reso noto che gli scontri si sono concentrati nei quartieri di Kfar Souseh, Midan e Tadamon.
In un video amatoriale pubblicato su internet dagli attivisti a Kfar Souseh si sentono intensi scontri a fuoco in lontananza. Rami Abdul-Rahman, direttore dell’Osservatorio, ha aggiunto che le truppe governative hanno lanciato attacchi a Qatana, sobborgo della capitale a circa due chilometri dalla strada per l’aeroporto. Un residente locale, coperto dall’anonimato per paura di rappresaglie del regime, ha inoltre riferito che sparatorie ed esplosioni sporadiche sono proseguite per tutta la mattinata. A differenza di combattimenti precedenti, lanciati durante la notte, gli ultimi si sono verificati in pieno giorno, a testimonianza del fatto che i ribelli stanno diventando più audaci nelle azioni armate.
Solo ieri, secondo quanto riferito ancora dall’Osservatorio, 129 persone sono morte in seguito agli attacchi delle truppe governative in diversi luoghi del Paese. Tra loro 59 erano disarmate. La maggior parte delle vittime si è registrata a Homs, dove sono morte 16 persone. A Damasco, prosegue l’organizzazione, cinque civili tra cui un bambino hanno perso la vita sotto gli spari del regime nel quartiere di Sidi Miqdad. Un altro bambino è stato ucciso in attacchi nella provincia di Aleppo, nel nord, assieme ad altre quattro persone. I soldati fedeli al presidente Bashar Assad hanno lanciato attacchi anche a Deir el-Zour, Idlib, Daraa, Reef Dimashq e Suweida. Secondo gli attivisti, le vittime delle violenze in Siria dall’inizio della rivolta hanno superato le 17mila.