Afghanistan, kamikaze a festa matrimonio: 23 morti

Kabul (Afghanistan), 14 lug. (LaPresse/AP) – Un attentatore suicida si è fatto esplodere durante una festa di matrimonio nel nord dell’Afghanistan, uccidendo 23 persone e ferendone circa 60. L’attentato è avvenuto ad Aybak, la capitale della provincia di Samangan. Tra i morti c’è anche Ahmad Khan Samangani, membro del Parlamento e noto comandante nel nord del Paese. Tra i feriti c’è invece il generale Sayed Ahmad Sameh, comandante della polizia nazionale afghana in una regione occidentale e parente di Samangani.

La morte di Ahmad Khan Samangani, di etnia uzbeka, costituisce un duro colpo agli sforzi per unificare le diverse fazioni etniche in Afghanistan. I conflitti fra talebani, perlopiù di etnia pashtun, e membri di altri gruppi etnici non sono nuovi, ma il governo di Kabul ha bisogno delle minoranze note come Alleanza del Nord per sostenere i suoi sforzi di riconciliazione con i talebani. Samangani è diventato famoso durante la lotta in Afghanistan contro i sovietici, che lasciarono il Paese nel 1989 dopo 10 anni di occupazione. Era entrato in Parlamento l’anno scorso ed era considerato un leader chiave nella provincia di Samangan e nel nord del Paese.

Mohammad Nawab Sherzai, che si occupava della sicurezza alla festa di nozze, ha raccontato che la maggior parte degli ospiti era radunata al secondo e al terzo piano dell’edificio quando si è verificata l’esplosione. Samangani e altri parenti erano scesi al primo piano per accogliere alcuni ospiti che arrivavano da Mazar-i-Sharif, la capitale della vicina provincia di Balkh. “Improvvisamente l’attentatore, che era tra gli ospiti provenienti da Mazar-i-Sharif, si è avvicinato a Samangani e si è fatto esplodere”, ha spiegato Sherzai. “È stata una grande esplosione, al primo piano c’erano corpi insanguinati dappertutto, al terzo piano c’erano persone ferite. Tutti fuggivano in direzioni diverse e per 10 minuti nessuno sapeva cosa stava succedendo”, ha proseguito. – L’attacco non è stato rivendicato, ma nel lancio dell’offensiva di primavera lo scorso 2 maggio i talebani avevano annunciato che avrebbero continuato a prendere di mira chi sostiene il governo del presidente Hamid Karzai e la coalizione internazionale.