Beirut (Libano), 13 lug. (LaPresse/AP) – Il team di osservatori delle Nazioni unite in Siria conferma che le forze governative hanno condotto attacchi, con mezzi di terra e di aria, contro il villaggio di Tremseh, nella centrale provincia di Hama. Lo ha annunciato il capo degli osservatori, il generale Robert Mood, definendo l’attacco, avvenuto ieri sera, “una violenza continua”. Secondo attivisti locali, oltre 200 abitanti sono stati uccisi nei bombardamenti delle truppe del regime e nei successivi attacchi di miliziani pro-governativi. Al-Arabiya ha parlato di 220 morti. Quasi 300 osservatori dell’Onu inviati in Siria per monitorare il cessate il fuoco sono costretti a rimanere nei loro alberghi a causa dell’escalation delle violenze. Gli osservatori che si trovano ad Hama, ha spiegato Mood, hanno tuttavia potuto confermare che l’attacco a Tremseh ha avuto luogo.

Il governo di Damasco ha attribuito la responsabilità per le violenze a “gruppi di terroristi armati”. L’agenzia di stampa ufficiale siriana Sanaa ha riferito che le forze di sicurezza si sono scontrate con alcuni assalitori che hanno attaccato il villaggio, uccidendo e arrestando molti di loro. Diversa la testimonianza di due attivisti presenti. Bassel Darwish, parlando via Skype, ha riferito che l’esercito ha circondato Tremseh ieri mattina presto per prevenire che gli abitanti fuggissero e poi ha bombardato il villaggio fino al pomeriggio con artiglieria, carri armati ed elicottero da combattimento. “Molte persone – ha detto – stavano cercando di portare via le loro famiglie, ma non ci riuscivano”. Una volta terminati i bombardamenti, ha proseguito l’attivista, l’esercito e miliziani pro-governativi noti come shabiha sono entrati a Tremseh, uccidendo i residenti per strada con armi da fuoco o coltelli. Nella zona regna ancora il caos mentre gli abitanti stanno cercando i morti e i dispersi.

Un altro attivista, Abu Ghazi al-Hamwi, ha riferito che ribelli dell’Esercito siriano libero (Esl) hanno cercato di fermare l’attacco delle truppe del regime, ma non ci sono riusciti. “Hanno continuato a bombardare il villaggio – ha detto l’uomo – e le armi di cui disponeva l’Esl non erano sufficienti per fermarli. Allora i ribelli hanno tentato di portare via i feriti e le famiglie, scontrandosi con l’esercito in una zona specifica per aprire un varco”. Al-Hamwi ha confermato che il bilancio delle vittime supera 200 e ha spiegato che molte persone sono morte quando una bomba ha colpito il tetto di una moschea, dove si erano nascosti tanti abitanti di Tremseh.

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