Amman (Giordania), 13 lug. (LaPresse/AP) – I Fratelli musulmani in Giordania boicotteranno le prossime elezioni presidenziali. Lo ha annunciato il partito stesso. Il portavoce del movimento, Jamil Abu-Bakr, ha spiegato che il boicottaggio è stato deciso in protesta contro i recenti emendamenti alla legge elettorale in vigore nel Paese. I Fratelli musulmani, ha detto Abu-Bakr, potrebbero cambiare la decisione se il governo “farà sforzi seri e reali per adottare delle riforme”. Le elezioni in Giordania dovrebbero tenersi alla fine dell’anno. La nuova legge elettorale prevede che ogni persona possa dare due voti: uno a un candidato dell’elenco di rappresentanti locali e l’altro a uno dei 27 candidati nella lista nazionale. Il re Abdullah ha insistito per l’introduzione della riforma nell’ambito della sua campagna volta a prevenire manifestazioni antigovernative nel Paese. “Il governo non ci ha lasciato altra scelta se non boicottare le elezioni perché non ha dimostrato un atteggiamento serio per quanto riguarda le riforme”, ha affermato Abu-Bakr. Il portavoce ha tuttavia confermato che il partito, il più grande all’opposizione in Giordania, potrebbe cambiare decisione se il governo accetterà le sue richieste. “Non sospenderemo questa discussione – ha detto – fino a quando il governo non avrà intrapreso azioni serie e reali in materia di riforme”.
I Fratelli musulmani hanno il diritto ad avere una loro opinione e a respingere la nuova legge elettorale, ma il governo della Giordania “vorrebbe che tutti i gruppi partecipassero alle nuove elezioni”, ha commentato il ministro dell’Informazione giordano, Sameeh Maaytah. “Far parte del processo decisivo – ha affermato il ministro – è la strada giusta per costruire istituzioni democratiche e garantire che le riforme proseguano”. Abdullah ha modificato 42 articoli, ossia un terzo della Costituzione giordana, dando al Parlamento una voce nella nomina di ministri, finora prerogativa personale del re. Nonostante la nuova legge, approvata ieri dai deputati, dovrebbe permettere agli islamici di dominare le elezioni dalla lista nazionale, i Fratelli sostengono che la normativa favorisca i lealisti del re.
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