Santiago (Cile), 4 lug. (LaPresse/AP) – Le autorità cilene hanno aperto un testamento preparato dall’ex dittatore Augusto Pinochet nel 2000, sei anni prima della morte, avvenuta il 10 dicembre 2006. Il documento, però, non rivela nulla di nuovo sulle sue ricchezze. I procuratori speravano di trovare traccia dei milioni di dollari che sospettano il dittatore avesse accumulato deviando ingenti fondi pubblici durante il suo regime, durato dal 1973 al 1990. L’apertura delle ultime volontà di Pinochet era stata richiesta dal Consiglio della Difesa dello Stato cileno, con l’intenzione appunto di recuperare i fondi dalle proprietà dell’ex generale.
Un notaio incaricato dell’apertura del documento, Humberto Quezada, ha riferito ai giornalisti riuniti in un tribunale di Santiago che l’ex dittatore ha lasciato il 62,5% delle sue fortune alla vedova e il resto da dividere tra figli e nipoti. Tuttavia non ci sono indizi sull’ammontare dei beni. “Il testamento – spiega Quezada – fa riferimento a una distribuzione di beni senza specificare nulla registrato sotto il nome di Augusto Pinochet”. Al termine del regime il dittatore è stato nominato senatore a vita ed è deceduto mentre si trovava agli arresti domiciliari, senza mai essere stato processato per le accuse di arricchimento illegale e violazione dei diritti umani.
Secondo fonti del governo, le vittime della dittatura furono 3.095. Nonostante l’efferatezza del suo regime, Pinochet ha mantenuto per diverso tempo anche un certo numero di sostenitori. Negli ultimi anni di vita, tuttavia, molti alleati lo hanno abbandonato, dopo le accuse sul suo patrimonio nascosto lanciate nel 2004 da una commissione del Senato Usa che indagava sul riciclaggio di denaro da parte della Riggs Bank di Washington. Successivamente conti intestati a Pinochet sono stati scoperti anche in Europa e ai Caraibi.
L’ex dittatore e la sua famiglia hanno sempre sostenuto che il denaro, 21 milioni in tutto, provenisse da risparmi, donazioni e investimenti. Ma uno studio dell’Universidad de Chile ha rivelato che 17,86 milioni erano ingiustificati in base al stipendio da militare di Pinochet e la loro provenienza rimane ignota.
Negli anni trascorsi dalla morte, gran parte di questa fortuna non è stata trovata. La famiglia dell’ex dittatore è riuscita a togliere temporaneamente l’embargo su alcuni dei beni noti per pagare tasse al governo. E, secondo quanto riferisce l’avvocato di Stato Carlos Mackenney, il governo è interessato a recuperare il denaro nascosto per pagare imposte e risarcimenti. Sono molti tuttavia anche i beni di Pinochet dichiarati e che restano sotto embargo. Tra questi numerosi immobili (una casa di vacanza a El Melocoton, appartamenti di lusso sulle città costiere di Renaca e Valparaiso, la sua casa di residenza in un quartiere bene di Santiago), diverse auto, 2,6 milioni di dollari depositati in una banca locale e 280mila dollari presso la BankBoston.