Rangoon (Birmania), 3 lug. (LaPresse/AP) – La leader dell’opposizione birmana Aung San Suu Kyi rivendica il proprio diritto di chiamare il suo Paese Birmania e non Myanmar, nonostante ciò non sia gradito al governo. Per gli attivisti l’uso della denominazione più antica rappresenta una forma di protesta contro l’ormai sciolta giunta militare, che impose il nuovo nome nel 1989. La scorsa settimana la commissione elettorale birmana ha lamentato il fatto che Suu Kyi abbia continuato a usare il nome Birmania durante i suoi viaggi in Thailandia e in Europa. La commissione ha dichiarato che la leader dovrebbe dovrebbe rispettare la Costituzione e riferirsi al Paese chiamandolo Myanmar. Parlando oggi a Rangoon, Suu Kyi ha risposto che il nome fu cambiato dalla giunta “senza consultare l’opinione pubblica” e che dunque continuerà a usare quello che vorrà.