Il Cairo (Egitto), 14 giu. (LaPresse/AP) – La Corte costituzionale dell’Egitto ha dichiarato nulle le ultime elezioni legislative e ha ordinato lo scioglimento del Parlamento. Secondo la Corte, un terzo dei deputati è stato infatti eletto in maniera illegale. Di conseguenza, si legge nella motivazione della sentenza, “la composizione dell’intera Camera è illegale e non può essere mantenuta”. La motivazione del verdetto, che comporta la necessità di nuove elezioni, è stata riportata dall’agenzia di stampa ufficiale egiziana Mena, e poi confermata ad Associated Press da uno dei giudici della Corte costituzionale, Maher Sami Youssef. Sempre oggi la Corte aveva dichiarato invece legittima la candidatura alle presidenziali dell’ex premier del regime di Hosni Mubarak, Ahmed Shafiq. Una decisione che apre definitivamente la strada al ballottaggio a cui Shafiq sabato e domenica prenderà parte, sfidando il candidato vicino ai Fratelli musulmani Mohammed Morsi.
LA NORMA CONTESTATA. A determinare la sentenza della Corte è stata la contestazione di una norma che, secondo il tribunale, costituisce una violazione del principio di parità perché permette a membri di vari partiti di disputarsi un terzo dei seggi lasciato da parte per candidati indipendenti alle parlamentari. I rimanenti due terzi erano stati spartiti tra le liste di candidati presentate dai partiti. La normativa, si legge nella sentenza, non è basata su “principi oggettivi” e “costituisce una violazione del principio di parità”, portando a discriminazioni su “basi illogiche”.
FRATELLI MUSULMANI: UN GOLPE. I più colpiti dal verdetto sono i Fratelli musulmani, trionfatori delle elezioni parlamentari (iniziate a novembre e che durarono tre mesi). Il gruppo controlla infatti poco meno della metà dei seggi ed è molto improbabile che riesca a ripetere un risultato simile in nuova nuova tornata elettorale. Nel voto dei mesi scorsi al secondo posto si erano affermati i salafiti ultraconservatori, con il 20%. Dura è stata la reazione dei dirigenti del Partito libertà e giustizia, legati ai Fratelli. Secondo il deputato Mohammed el-Beltagy, le decisione equivale a “un vero e proprio colpo di Stato”. “Questo – ha scritto el-Beltagy sul proprio profilo Facebook – è l’Egitto che Shafiq e il consiglio militare vogliono e che io non accetterò, non importa quanto caro sarà il prezzo”. Il Parlamento, ha invece commentato Mukhtar el-Ashry, consigliere legale del Partito libertà e giustizia, è “l’unico organismo legittimo ed eletto” dell’Egitto e la decisione della Corte costituzionale di invalidare il voto e ordinare lo scioglimento dell’assemblea è “politica”. Loro, ha continuato con una nota sul sito internet del partito, sperano di consegnare il potere a Shafiq e “di renderlo l’unica autorità legale in assenza del Parlamento. Il popolo non lo accetterà e isolerà il regime rovesciato”.
A FAVORE DI SHAFIQ. A gioire oggi è stato in realtà solo Ahmed Shafiq, ex primo ministro dell’epoca Mubarak e da molti considerato espressione del vecchio regime, la cui candidatura alle presidenziali è stata definita legittima. “Questa storica sentenza – ha commentato il candidato davanti alla folla di sostenitori – invia il messaggio che l’era del regolamento di conti e del diritto su misura è finita”.
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