Panetta in Afghanistan per valutare progessi guerra e tappe ritiro

Kabul (Afghanistan), 7 giu. (LaPresse/AP) – Dopo la tappa di ieri in India, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Leon Panetta è arrivato in Afghanistan, per fare il punto sui progressi della guerra e per discutere i piani di ritiro delle truppe. Il viaggio arriva in un momento molto delicato, in cui si assiste a un aumento di violenze nel sud, dove ieri un attentato suicida a Kandahar ha provocato la morte di 22 persone, e a possibili nuove tensioni con il governo di Kabul per l’ennesimo attacco Nato che ha provocato vittime civili. Solo ieri, infatti, un raid nell’est ha colpito un gruppo di abitanti di un villaggio che stavano celebrando un matrimonio, causando 18 morti tra cui anche bambini e donne. Secondo la Nato il bombardamento non avrebbe provocato vittime civili, ma la conferma è arrivata questa mattina dal presidente Hamid Karzai che ha definito l’operazione “inaccettabile”.

Sull’aumento delle violenze nel sud, Panetta ha riconosciuto l’escalation degli ultimi tempi e il fatto che gli insorti sembrano meglio organizzati. Ma si è detto convinto che il livello di violenze sia ancora basso, aggiungendo che i comandanti hanno previsto un miglioramento della situazione. Panetta ha detto di voler ottenere una valutazione dal comandante delle truppe Usa, il generale John Allen, per capire quanta fiducia abbia nella capacità della Nato di affrontare le minacce sia dei talebani che della rete Haqqani.

Quello odierno è il quarto viaggio di Panetta nella zona di guerra. Parlando con le truppe all’aeroporto di Kabul, il segretario alla Difesa ha scherzato, facendo riferimento al raid Usa che ha ucciso il numero due di al-Qaeda lunedì sera. “Il peggior lavoro che una persona possa fare in questi giorni – ha detto – è essere un vice leader di al-Qaeda o, per quel che importa, un leader”. E si è poi concentrato sulla questione relativa al Pakistan, dove gli Usa stanno conducendo da tempo attacchi aerei con l’uso di droni contro gli insorti, contestati però dall’autorità centrale. “Noi – ha detto ai soldati, riferendosi agli attacchi degli insorti – abbiamo la responsabilità di difenderci. Dobbiamo rendere chiaro che siamo preparati a combatterli e fare pressione sul Pakistan perché li affronti a sua volta”.

Secondo quanto rivela una fonte diplomatica statunitense, il recente aumento di attacchi di droni Usa sul Paese è dovuto anche al peggioramento dei rapporti di Washington con Islamabad. Nonostante la pressione dei comandanti americani, infatti, il Pakistan stenta ad affrontare gli insorti, principalmente i membri della rete Haqqani, responsabili di gran parte degli attacchi contro le forze militari Usa. “Penso – aveva detto Panetta ieri ai giornalisti a proposito della questione – che sia importante chiarire che siamo consapevoli del tipo di attacchi che intraprenderanno, mentre andiamo verso l’estate”.

Durante la visita, il segretario alla Difesa incontrerà John Allen. Nei prossimi mesi, il generale a capo delle truppe Usa dovrà gestire il ritiro di 23mila soldati americani entro la fine di settembre, lasciando sul terreno ancora 68mila membri del personale militare statunitense. Tuttavia, secondo quanto riferiscono i funzionari americani, la maggior parte di questi 23mila non lascerà l’Afghanistan fino all’avvicinarsi della data fissata per il ritiro. Una volta che queste truppe avranno lasciato il Paese, dovranno essere le forze afghane a colmare la mancanza di personale straniero in alcune parti dell’est e del sudovest. Le forze di sicurezza locali saranno tuttavia sostenute da alcuni esperti americani. Una volta che i 23mila saranno tornati in patria, Allen dovrebbe valutare l’andamento della situazione dei combattimenti e quindi iniziare a stilare un’analisi per il presidente Barack Obama, per definire le tappe del ritiro per il prossimo anno. Oltre al generale Allen, Panetta ha in programma di incontrare l’ambasciatore Usa Ryan Crocker e il ministro della Difesa afghano Abdul Rahim Wardak.