Nairobi (Kenya), 28 mag. (LaPresse/AP) – Almeno 33 persone sono rimaste ferite in seguito a un’esplosione avvenuta in un palazzo del distretto commerciale di Nairobi, in Kenya. L’edificio ospitava diversi negozi di vestiti e scarpe, articoli che dopo la deflagrazione hanno invaso la strada circostante. Ancora non è chiara quale sia la causa dello scoppio. Il timore immediato è stato un attacco dei militanti somali di al-Shabab. Poi si è parlato di un guasto all’impianto elettrico. Infine, dopo le testimonianze di alcuni feriti, le autorità hanno riaperto l’ipotesi della bomba. Tuttavia, a diverse ore dall’episodio la polizia non ha in mano ancora nessuna certezza.
A sollevare i maggiori dubbi è stata l’assenza sul luogo dei fatti di schegge e altre componenti tipiche di un ordigno. “Non fatemi supporre che si tratti di un attacco terroristico, potrebbe essere stato un difetto della linea elettrica”, ha dichiarato Orwa Ojode, assistente al ministero per la Sicurezza interna. Una volta giunto sul posto, il primo ministro Raila Odinga si è però scagliato contro i terroristi, parlando non di fatalità, ma di “atto efferato”. “Vogliono terrorizzarci, ma noi non ci spaventeremo. Vogliono terrorizzare investitori e turisti. Noi condanniamo i terroristi e diciamo loro che hanno i giorni contati”, ha proseguito il premier, facendo poi appello alla popolazione affinché sostenga la polizia. La sicurezza nel centro della capitale, ha aggiunto, deve essere migliorata.
L’ipotesi del dolo è riemersa soprattutto dopo le testimonianze di alcuni feriti. Irene Wachira, proprietaria di un esercizio commerciale all’interno dell’edificio, ha raccontato dal letto di ospedale che lo scoppio è avvenuto dopo che un uomo con la barba ha lasciato una borsa vicino alla sua bancarella. L’uomo, spiega la signora, si è avvicinato tre volte e si è comportato come se fosse interessato ad acquistare qualcosa. La terza volta, però, è arrivato con una borsa, lasciandola lì. Dopo di che è avvenuta l’esplosione. Wachira ha descritto il sospetto come un signore “dai tratti arabi”, vista la pelle chiara. Un medico ha riferito, sempre ad AP, che un’altra persona ferita ha visto a sua volta un uomo, però dalle fattezze somale, lasciarsi una borsa alle spalle.
L’ipotesi del guasto è stata ulteriormente accantonata dopo che la Kenya Power, agenzia nazionale dell’elettricità del Paese africano, ha rassicurato sulle condizioni dell’impianto. Il palazzo non aveva trasformatori a terra che avrebbero potuto esplodere, spiega l’agenzia, la quale ha stabilito che tutti i collegamenti elettrici dell’edificio che sarebbero saltati in caso di corto circuito sono invece rimasti intatti.
L’ipotesi su cui gli investigatori si stanno muovendo è che a causare l’esplosione sia stato un dispositivo improvvisato. Secondo la polizia è infatti improbabile che sia stata utilizzata una bomba convenzionale. Nessuno, spiega Thomas Mutie, direttore esecutivo del Kenyatta National Hospital, è rimasto infatti colpito da schegge.
Le immagini televisive hanno mostrato del fumo, prima nero poi bianco, salire dall’edificio, situato in Moi Avenue, che appare gravemente danneggiato. Alcune parti del tetto di alluminio sono state divelte, mentre un alto palazzo con la facciata di vetro, appena accanto al luogo dell’esplosione, non sembra aver subito gravi danni. Dopo lo scoppio la gente che si trovava nei pressi si è ammassata in strada per sfuggire alle fiamme.
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