Tunisi (Tunisia), 24 mag. (LaPresse/AP) – Per la prima volta nei processi in cui è imputato in Tunisia è stata chiesta la pena di morte per l’ex dittatore Zine El Abidine Ben Ali. Lo ha chiesto la procura al tribunale militare in cui deve rispondere del suo ruolo nella morte dei dimostranti durante le rivolte nel sud del Paese. Furono in totale 338 le persone rimaste uccise in tutta la Tunisia, e i feriti 2.147, nelle rivolte che lo destituirono. Ben Ali è fuggito in Arabia saudita il 14 gennaio 2011 e Tunisi ha chiesto più volte che sia estradato per essere in aula durante i processi. L’ex dittatore è imputato in diversi processi, sempre in contumacia, sia per accuse militari sia civili.
L’agenzia stampa di Stato precisa che il procedimento in cui è stata chiesta la pena di morte è quello per la morte di dimostranti nelle quattro città meridionali di Thala, Kasserine, Kairouan e Tajerouine, durante le prime settimane delle rivolte iniziate a dicembre 2010. Un secondo processo militare è in corso per la morte di dimostranti nel nord del Paese, mentre è già stata emessa la condanna a 66 anni di carcere da una corte civile per traffico di droga, commercio illegale di armi e abuso di fondi pubblici. Dalla Tunisia le rivolte si diffusero ad altri Paesi del Medioriente e Nordafrica, dove nacquero movimenti che portarono alla destituzione di vari governi, in quella è diventata nota come la Primavera araba.